Lo storico piano dell’Unione Europea per sostenere la sua economia ha subito una grave battuta d’arresto dopo che Ungheria e Polonia hanno esercitato il veto all’accordo. Una posizione che ora minaccia di far deragliare la distribuzione dei fondi necessari in un momento in cui la macroregione sta combattendo una delle crisi più profonde della sua storia.

Ricordiamo che nello scorso mese di luglio i 27 leader dell’UE hanno deciso, in una mossa senza precedenti, di poter stanziare dei fondi da prendere in prestito congiuntamente, tramite la Commissione Europea. Si è trattato di un’iniziativa molto importante, che ha posto fine all’opposizione di lunga data di nazioni più conservatrici dal punto di vista fiscale, come la Germania e i Paesi Bassi, di impegnarsi a contrarre prestiti congiunti.

Nei negoziati con il Parlamento europeo all’inizio di questo mese, l’accordo è stato modificato in modo che l’erogazione dei fondi fosse legata agli impegni sui valori fondamentali dell’UE. Tuttavia, l’Ungheria e la Polonia – che sono state indagate per aver potenzialmente mancato di rispetto i valori europei degli Stati di diritto, anche influenzando la magistratura e minando la libertà di stampa, si sono opposte a questo nuovo “dettaglio” e hanno deciso di porre il veto all’accordo.

Gli analisti della società di consulenza Eurasia Group hanno affermato che questo è un grave passo indietro rispetto al piano complessivo, e che anche se fosse raggiunto un accordo a dicembre, ci sarà comunque un significativo ritardo nel momento in cui i finanziamenti raggiungeranno gli Stati membri più vulnerabili, ovvero probabilmente nel terzo trimestre del 2021.

Dunque, brutte notizie per le nazioni altamente indebitate come l’Italia e la Spagna, anch’esse fortemente colpite dall’emergenza sanitaria pubblica, e che stanno lottando per fornire sostegno finanziario alle loro popolazioni. La loro posizione finanziaria più debole li ha portati a chiedere un pacchetto di sostegno a livello europeo nell’immediato, ma le evoluzioni internazionali potrebbero rendere più difficili questi piani.

Ricordiamo che il piano di stimolo deciso in ambito comunitario è una combinazione di un budget settennale di 1.074 trilioni di euro e un budget aggiuntivo di 750 miliardi di euro (da raccogliere dai mercati). Quest’ultimo sarà suddiviso in 390 miliardi di euro da erogare sotto forma di sovvenzioni e 360 miliardi di euro di prestiti.

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