Amazon è finita con l’essere oggetto di indagine da parte delle autorità tedesche per presunti abusi della sua posizione di mercato durante la recente pandemia di coronavirus. L’indagine, condotta dalle autorità tedesche, si basa sui rapporti di Amazon con i venditori terzi sulla propria piattaforma, ed è la prosecuzione di una prima tornata di analisi effettuate ad aprile, dopo che l’authority ha ricevuto una lunga serie di reclami.

Un portavoce dell’ente ha dichiarato che alla base delle valutazioni c’è il fatto che non può spettare a una piattaforma privata regolare i prezzi o imporre una policy sui prezzi, e che Amazon starebbe usando “meccanismi sconosciuti” per disciplinare i venditori sulla sua piattaforma.

Attualmente Amazon non ha ancora risposto alla richiesta dei giornalisti su quanto sta accadendo, mentre è ben noto che abbia sempre respinto le accuse sulle “imposizioni” dei prezzi sui mercati in cui opera. La società di Jeff Bezos (che ha nella Germania il proprio secondo mercato di riferimento dopo gli Stati Uniti) ha naturalmente risposto alle authority tedesche, con alcuni riscontri che ora sarebbero all’esame dell’ente.

Non sfugge infine come la vicenda tedesca sia solo l’ultima di una serie di problemi che Amazon sta cercando di affrontare da quando il coronavirus si è diffuso in tutto il mondo. Ad esempio, la società statunitense ha dovuto affrontare alcuni scioperi – tra cui anche in Germania, a giugno – dopo che il personale di diversi centri logistici è risultato positivo al coronavirus. Gli scioperi si sono svolti in sei dei magazzini dell’azienda in tutto il Paese nell’arco di due giorni.

Anche all’epoca la risposta ufficiale di Amazon non si era fatta attendere, con la società che difese le misure di sicurezza poste in essere.

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