Come era facilmente prevedibiler l’argomento centrale della giornata di oggi è il Recovery Fund presentato ieri dalla Commissione UE. Tutti i media italiani si interrogano oggi su caratteristiche ed ammontare del piano di aiuti all’Italia. Come è andata al nostro paese? L’Italia si può ritenere soddisfatta oppure poteva riuscire a strappare condizioni migliori? Le domande aperte sono tante anche perchè quella di ieri è sola la proposta della Commissione UE che adesso dovrà essere approvata dai paesi membri all’unanimità.
In base alle indiscrezioni, all’Italia dovrebbero andare trasferimenti netti per 26 miliardi (82 mld di grants meno i 56 miliardi dei contributi stimati) mentre alla Spagna dovrebbero andare trasferimenti netti per 34 miliardi di euro. E’ possibile leggere tutti i rumors sulle caratteristiche del Recovery Fund in questo articolo.
Una pioggia di soldi certamente che vedrà impegnati in modo diverso i vari paesi. Come si può vedere dalla tabella sottostante elaborata dal broker IG (leggi qui la recensione) sarà la Germania il paese europeo che dovrà impegnarsi maggiormente in questo piano. Il contributo tedesco al Recovery Fund, infatti, arriverà a 100 miliardi di euro.
Secondo Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia, pur riconoscendo che la proposta possa essere modificata nei successivi passaggi legislativi, è comunque innegabile che la versione finale del Recovery Fund sia positiva. La soluzione prospettata dalla Commissione UE aiuta l’Italia (e non è quindi un caso se anche oggi 28 maggio Borsa Italiana sia in rialzo) e consente di mantenere integra l’area Euro (e non è un caso se il cambio Euro Dollaro è arrivato a 1,10).
Premesso questo è poi ovvio che ci siano punti che sono particolarmente favorevoli per l’Italia e aspetti che invece evidenziano delle criticità.
Recovery Fund: cosa va bene all’Italia
I media anti-europeisti questa mattina hanno dato ampio risalto al fatto che il Recovery Fund entrerà in vigore non prima del prossimo anno e questi tempi tecnici potrebbere dare il colpo di grazie all’Italia. Preferendo dare importanza a questo aspetto, i media no-Euro hanno tralasciato i tantissimi vantaggi del programma.
Secondo IG (clicca qui per avere la demo gratuita) ci sono almeno 6 elementi favorevoli per l’Italia. Eccoli in elenco:
- I Trasferimenti netti sono pari a 26 miliardi di euro
- I Prestiti sono a tasso molto basso e presetano una scadenza molto lunga. Così impostati, questi prestiti rapprsentano una alternativa al trazionale finanziamento attraverso l’emissione di BTP. Con questi prestiti l’Italia ha la possibilità di rispamiare sulla spese per interessi.
- La Commissione Europea può raccogliere 750 miliardi di euro sui mercati ad un costo basso grazie all’alto rating di alcuni Paesi membri
- La presenza di rigorosi vincoli di destinazione dei fondi possono rendere più efficiente l’allocazione delle risorse. A causa dell’alta brucratizzazione, negli ultimi 20 anni l’Italia si è mostrata del tutto incapace di gestire i fondi
- L’assegnazione alla Commissione Europea di un potere fiscale autonomo grazie al quale pagare gli interessi dei bond e gestire parzialmente anche i rimborsi. Molto signifciativo il riferimento all’introduzione di eurotasse come la plastic tax ma anche l’estensione a navi e aerei delle quote da corrispondere a fronte delle emissioni di gas serra. Da evidenziare anche la possibile introduzione della carbon border tax che va a colpire tuttti quei prodotti inquinanti in arrivo dall’esterno dell’UE
- L’incremento dell’ammontare totale delle misure che sale a quasi 2400 miliardi di euro considerando la somma tra i 750 miliardi che arrivano dal Next Generation EU, i 540 dai Safety Nets (BEI, MES e SURE), e i 1100 dal QFP (quadro finanziario pluriennale).
Quando si parla di Europa assente è necessario guardare ai dati concreti non a un certo populismo.
Recovery Fund: punti critici per l’Italia
Come abbiamo già anticipato in precedenza non tutto è rose e fiori. Accanto ai 6 vantaggi indicati nel paragrafo precedente, ci sono poi una serie di punti di debolezza e criticità che si spera possano essere superate per il bene di tutti.
- La trattativa per l’approvazione finale sarà dura anche perchè è un dato di fatto che i paesi del Nord Europa siano quelli più svantaggiati da questa versione del Recovery Fund. I falchi di Austria, Danimarca, Svezia e Olanda, però, sono privi dell’appoggio di Berlino e questo può limitare tanto il loro potere di condizionamento.
- I fondi potrebbero arrivare solamente nel 2021 e questo è oggettivamente il limite più significativo al Recovery Fund. La Commissione Europea è comunque consapevole dell’importanza delle tempistiche e ha proposto ai Paesi più in difficoltà un anticipo di 11,5 miliardi di euro di fondi fino al 2020. Buona intenzione la l’ammontare dell’anticipo (da dividere tra i vari paesi) sarebbe comunque troppo poco anche per un solo paese.
- Il debito pubblico italiano è oggettivamente un problema. E’ logico attendesi che la BCE sia costretta a scendere in campo per evitare un aumento delle tensioni sul mercato obbligazionario italiano. Una soluzione potrebbe essere l’incremento del piano PEPP (Pandemic Emergency Purchase Program)
- E’ innegabile che l’allocazione della spesa sia un problema per tutti i governi italiani. I vincoli di destinazione sono un passo in avanti ma potrebbero non bastare.
Recovery Fund: conclusioni finali IG
Secondo Filippo Diodovich la proposta della Commissione UE è addirittura migliore rispetto al progetto di Recovery Fund definito da Macron e dalla Merkel. Il mix tra sovvenzioni a fondo perduto e prestiti a lunga scadenza potrebbe favorire notevolmente i Paesi che sono più colpiti dall’emergenza coronavirus.
Per quello che riguarda l’Italia ci sono molti elementi favorevoli ma ci sono anche delle criticità per quello che riguarda le tempistiche di attuazione. Il fatto che il Recovery Fund parta nel 2021 potrebbe accendere delle tensioni mercato obbligazionario. Su questo punto, l’analista di IG si augura che la Commissione UE possa trovare una soluzione migliore rispetto a prestito ponte immediato da 11,5 miliardi di euro. Allo stesso tempo IG si augura anche che la BCE possa rafforzare il suo interventismo incrementando l’ammontare degli acquisti di bond sovrani con l’obiettivo di tenere sempre sotto controllo la tensione.
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