Nella sua breve nota, recentemente diffusa, Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM, invita alla prudenza in ottica Brexit, la cui incertezza continua – dopo anni di vane negoziazioni – ad adombrare il vecchio Continente.
Analizzando le più recenti evoluzioni, Jung sottolinea come i dati stiano rimanendo complessivamente deboli, suggerendo così un ottimismo particolarmente moderato dei consumatori britannici, mentre il rallentamento della produzione sembra stia finendo.
Per quanto attiene il primo dei due dati, quello legato alla fiducia dei consumatori, l’indice GfK si è ulteriormente indebolito, con una flessione di 3 punti rispetto alla precedente rilevazione del sottoindice relativo alla situazione finanziaria personale. Peggiora anche la condizione sul mercato del lavoro, che fino ad ora aveva garantito buone soddisfazioni, e che sembra invece iniziare a raffreddarsi.
Per quanto concerne poi l’indagine PMI sui servizi, l’orientamento sembra essere il medesimo. Sebbene il mese scorso il dato fosse in miglioramento, i nuovi ordini continuano a diminuire e l’occupazione sta peggiorando, non facendo ben sperare per i consumi interni.
Infine, sul fronte dell’industria manifatturiera, anche se i dati di ottobre sono stati più positivi, l’analista rammenta che ciò potrebbe essere dovuto ad un’accumulazione delle scorte in vista della scadenza di Brexit di fine ottobre.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa
scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati.
Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta,
causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.
Migliori Piattaforme di Trading
Il vostro capitale è a rischio. Considera la perdita di denaro dal 51% (eToro) fino all’89% (altri fornitori) con il trading CFD.