Mentre in Italia cresce la preoccupazione su quello che sarà il destino dell’ex Ilva di Taranto, le azioni ArcelorMittal quotate sulla borsa di Amsterdam, hanno messo a segno due sedute molto toniche caratterizzate da un alto volume di scambi.
Dal punto di vista finanziario la progressione del titolo ArcelorMittal dimostra che la decisione di procedere con la chiusura dell’ex Ilva di Taranto ha determinato un ritorno dell’appeal sul titolo. I numeri sono molto chiari: nelle sedute di lunedì 4 e martedì 5 novembre, la quotazione ArcelorMittal ha registrato un apprezzamento di ben il 6,1 per cento con volumi molto alti. L’impressione, dopo due giorni di acquisti insistenti, è che agli investitori e agli azionisti piaccia la decisione della società di lasciare Taranto e l’Italia.
In effetti sono gli stessi analisti a ritenere che ad ArcelorMittal conviene chiudere Taranto e lasciare l’Italia. La valutazione degli esperti è prettamente economica ed assume, come unico punto di vista, quello che è l’interesse della società. Secondo gli analisti chiudere l’ex Ilva significa per il colosso dell’acciaio riuscire a liberare risorse consistenti per altri investimenti in aree geografiche più rassicuranti rispetto alla turbolenta Italia. Del resto non ci vogliono gli esperti per riconoscere che rescindendo il contratto sull’ex Ilva, ArcelorMittal si libererebbe di tantissimi grattacapi.
Secondo alcune proiezioni effettuate da Morgan Stanley, con la chiusura dell’ex Ilva , il colosso franco-indiano dell’acciaio si ritroverebbe con un free cash flow, vale a dire i flussi di cassa che restano dopo gli investimenti, pari a 1,2 miliardi di dollari oevvaro 1,08 miliardi di euro. Una somma molto consistente che la società potrebbe usare su altri mercati. Ma come si ottiene questa somma?
Il calcolo è molto semplice da fare. Basta sommare i 600 milioni di dollari di perdite che ogni anno l’ex Ilva produce, i 200 milioni di canone d’affitto e i 400 milioni di dollari investimenti promessi. Il totale è appunto 1,2 miliardi di dollari in più nelle casse del colosso.
Non c’è quindi alcun dubbio: ad ArcelorMittal conviene chiudere l’ex Ilva, perlomeno nel breve termine. Ovviamente la chiusura, dal punto di vista economico, non conviene all’Italia come si è spiegato in questo articolo sui costi e le perdite derivanti dalla chiusura dell’ex Ilva.
Il discorso cambia se si fa riferimento ad un intervallo temporale più lungo. Sia Morgan Stanley che UBS ritengono che, nel lungo termine, i vantaggi di chiudere l’ex Ilva sarebbero battuti dagli svantaggi. Secondo gli analisti laddove il piano di rilancio dell’ex Ilva avesse avuto successo, e sarebbe stato questo lo scenario prevalente nel caso in cui ArcelorMittal fosse rimasta in Italia (ammesso sempre che abbia davvero deciso di andare via), la società avrebbe messo in cassaforte qualcosa come 500 milioni di dollari di Ebitda in più ossia di utile prima degli interessi, delle imposte, delle tasse, delle componenti straordinarie, delle svalutazioni e degli ammortamenti.
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