Dove vanno i mercati finanziari globali? E’ questa la domanda al centro di una lunga analisi condotta dagli analisti di Union Bancaire Privée – UBP Norman Villamin, Patrice Gautry e Michaël Lok. Secondo gli esperti nei prossimi mesi ci sarà un marcato ritorno della volatilità. L’oramai imminente autunno, quindi, sarà caratterizzato da numerosi scossoni che potrebbero spingere i mercati finanziari prima in una direzione e poi in quella opposto.

Dal nostro punto di vista volatilità significa occasione per fare trading e per investire ma torniamo adesso al report di UBP. Secondo gli analisti, a differenza di quanto avvenuto nei cicli precedenti, oggi evitare la recessione economica non determina più il mancato scivolamento dei mercati verso un trend ribassista. In altre parole c’è oramai il serio rischio che i mercati possono muoversi al ribasso anche nel caso in cui i fondamentali macro non indichino la presenza di una recessione.

Per gli analisti di UBP, quanto avviene oggi sui mercati sembra ricordare quanto avvenuto nel quarto trimestre 2018 ossia un anno fa. Una serie di fattori tra cui politica della FED poco accomodante, tensioni commerciali tra Usa e Cina, valutazioni decisamente fuori dalla realtà dei fondamentali ha determinato un peggioramento marcato delle condizioni economiche globali.

Il quadro in vista dell’imminente autunno incorpora il rischio che la FED possa deludere ancora una volta i mercati e decidere un taglio del costo del denaro di solo 25 punti base. Delusione da parte degli investitoti ci sarebbe anche nel caso in cui non ci dovesse essere un accordo sulla Brexit.

A peggiorare il quadro di riferimento rendendo ancora più incerto il sentiment c’è poi la questione guerra commerciale Usa – Cina. Un anno fa, ossia nel quarto trimestre 2018, Stati Uniti e Cina avevano raggiunto una sorta di tregua che aveva permesso di allentare la tensione. Adesso però la guerra dei dazi tra le due superpotenze è salita di intensità anche a causa della decisione di Pechino di svalutare lo Yuan.

In considerazione di tutti questi elementi, UBP ritiene che il clima sui mercati nell’autunno 2019 sia destinato ad essere molto incerto. E’ quindi inevitabile che dinanzi a mercati che presentano valutazioni eccessive e al crescente indebolimento della crescita in tutto il mondo, gestire in modo giusto il rischio diventi essenziale.

Effettivamente gli investitori hanno dovuto fare i conti con il ritorno della volatilità sui mercati. Nel 2018 tale movimento ha avuto inizio con un rimbalzo della volatilità delle azioni rispetto ai minimi storici mentre nel 2019 la tendenza alla volatilità si è estesa alle obbligazioni, ai metalli preziosi e potrebbe interessare anche altre classi di asset.

Dinanzi a tale situazione è inevitabile che gli investitori obbligazionari stiano assumento una posizione che sembra essere orientata alla preservazione del capitale.

Alla luce di tali elementi, UBP si attende che le banche centrali nei prossimi mesi, anche a causa del numero limitato di strumenti a loro disposizione, provino a cercare tutte quelle soluzioni che siano capaci di evitare eventi sistemici nel credito delle singole economie nazionali. Giappone e Cina, ad esempio, già si muovono su questa linea.

Concretamente UBP consiglia di mantenere un’esposizione asimmetrica al rischio nel settore azionario. Tra l’altro l’avvenuta flessione della volatilità nei mesi di giugno-luglio ha permesso all’analista di integrare l’esposizione azionaria a capitale protetto in portafogli. In vista di un aumento della volatilità nei mesi autunnali, gli investitori dovrebbero incorporare un portafoglio di strategie “risk-off”. Tra gli asset non azionari, opportunità non sembrano mancare sul Forex con lo Yen giapponese e il Franco svizzero che sembrano essere relativamente sottovalutati rispetto all’oro ma anche nel confronto con i titoli di stato Usa e tedeschi.

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