Che ne sarà dell’asset allocation in un’epoca che volge verso una crescente giapponesizzazione? E’ questa la domanda che si è posto il Cross Asset Solutions (CAS) team di Unigestion sulla base delle indicazioni arrivate dai mercati nel mese di agosto. Nel più caldo dei mesi estivi, i rendimenti delle obbligazioni sovrane si sono mosse verso nuovi limiti mentre i beni rifugio hanno registrato una performance robusta. In questo contesto, evidenziano gli analisti, cresce la consapevolezza che si stia andando verso territori inesplorati che sembrano avere il sapore della giapponesizzazione.
Veniamo ad alcuni dati. Nel mese di agosto, le azioni globali hanno registrato un calo con gli indici MSCI World e MSCI Emerging Markets che hanno perso, rispettivamente, 2,4 per cento e del 5,1 per cento. Giù anche tutte le valute dei mercati emergenti con il -8,7 per cento del BRL, il 7,3 per cento dello ZAR e ancora il -5,6 per cento del MXN e il 3,9 per cento del CNH nel cambio con il Dollaro Usa.
Più in generale nel mese di agosto a causa delle incertezze relative allo stato dell’economia globale e a causa dell’avvenuta intensificazione della guerra commerciale Usa-Cina, si è verificato un aumento dell’avversione al rischio. Uno degli effetti dell’incremento della volatilità effettiva e implicita dei titoli azionari, è stata la buona performance di tre classi di asset-rifugio: obbligazioni sovrane, valute sicure e oro.
Sempre ad agosto i rendimenti dei titoli di Stato sono crollati al loro minimo storico mentre, allo stesso tempo, l’indice Barclays Global Treasuries USD hedged, è riuscito a mettere a segno il miglior rendimento mensile di sempre. Considerando anche che i fattori Low Volatility, Momentum e Quality hanno sovraperformato Value e Size, che interpretazione generale si può dare a quanto avvenuto? Il mercato è stressato?
Per rispondere a questo interrogativo diventa essenziale andare a guardare ai fondamentali e quindi monitorare i tre principali fattori che stanno alla base del rendimento degli asset nel medio periodo ossia i markert mover, il sentiment di mercato e, per finire, la valutazione.
Rischio recessione globale?
Secondo Unigestion, il rischio di recessione è neutro anche se va preso atto che la situazione macroeconomica globale si sia profondamente deteriorata nell’ultimo anno. Secondo Unigestion, però, gli investitori dovrebbero essere più preoccupati per il rischio di ritorno della deflazione che per i segnali di recessione. Bisogna infatti sempre ricordare che proprio un’inflazione al di sotto del target ha portato le banche centrali e tornare all’allentamento monetario. Secondo Unigestion proprio le mosse delle banche centrali possono aver compensato il deterioramento economico.
Per quello che riguarda invece il sentiment di mercato, 12 mesi fa il posizionamento dell’azionario globale era ad un passo da valori estremi in un contesto che vedeva il momentum favorevole per gli asset rischiosi. A distanza di un anno, il posizionamento sembra essere più sicuro anche se, soprattutto in alcuni scenari geopolitici, l’incertezza è aumentata.
Alla luce di tali constatazioni, Unigestion ritiene che lo scenario di oggi sia molto simile a quello del 2016, anno in cui a causa della recessione cinese, la crescita globale era aumentata. Allora il rischio deflazione era in aumento e il sentiment di mercato era molto fragile. Come andò a finire è cosa nota a tutti ma, tornando ad oggi, è altamente improbabile che il ciclo economico possa proseguire per anni.
Grande giapponesizzazione dei mercati
Il contesto attuale è caratterizzato da bassa crescita globale e da un crescente rischio di deflazione soprattutto nei paesi sviluppati. Secondo Unigestion, questa situazione ricorda quanto avvenuto 20 anni fa al Giappone. E’ per questo motivo che gli analisti di Unigestion parlano di rischio giapponesizzazione. Dinanzi a questo scenario non resta altro da fare che comprendere la lezione di quanto avvenuto 20 anni a Tokyo. Il Sol Levante è già tra noi con la Grande Giapponessizzazione.
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