Quando ci sarà la Brexit? Questa domanda che spesso abbiamo ricevuto in redazione potrebbe ora avere una risposta molto precisa. Secondo Quentin Fitzsimmons, gestore obbligazionario di T. Rowe Price, sotto la guida diBoris Johnson il Regno Unito potrebbe lasciare l’Unione Europea entro il 31 dicembre ossia entro la festa di Halloween.

A dare indicazioni precise in tal senso è stato lo stesso primo ministro britannico Boris Johnson che ha indicato come deadline per portare in porto la Brexit proprio la data del 31 ottobre. Secondo l’analista, però, una cosa sono le promesse e un’altra la realtà. Non è un mistero che Johnson si troverà a fare i conti con l’analoga situazione di limbo che ha fortemente condizionato l’esperienza di governo di Theresa May.

Trovare la quadratura del cerchio in un contesto in cui da un lato c’è il Parlamento britannico che ha rigettato l’accordo di recesso che la May aveva raggiunto con l’Unione Europea e dall’altro c’è l’UE che ha già fatto sapere che non perderà altro tempo per attivare nuovi negoziati, non sarà affatto facile neppure per un mastino come Boris Johnson. 

Secondo il gestore obbligazionario, gli scenari possibili, arrivati a questo punto, sono essenzialmente quattro e non tutti hanno le stesse possibilità di verificarsi.

Il primo scenario vede il governo UK incapace di riuscire a far approvare l’accordo dal Parlamento. In questo caso il regni Unito lascerà l’Unione Europea entro il 31 ottobre senza uno straccio di accordo con l’Europa. Al Regno Unito sarebbe dato giusto in periodo di transizione per consentire alle azionde e alle persone di prepararsi all’uscita (hard Brexit). Se lo scenario uno dovesse prevalere dall’1 novembre, il Regno Unito passerebbe sotto le regole del WTI.

Il secondo scenario riguarda la possibile concessione di un’ulteriore estensione dell’articolo 50. Con questa ipotesi la deadline della Brexit sarebbe portata al 2020. Questo scenario si potrebbe realizzare per consentire al Regno Unito di avere il tempo necessario per organizzare le elezioni generali oppure un nuovo referendum. Per uno spostamento della scadenza così in là serve quindi una buona e valida ragione. 

Il terzo scenario si avrebbe se il Primo Ministro Johnson dovesse riuscire a strappare alcune concessioni all’UE e il Parlamento dovesse decidere di approvare una forma rivista dell’accordo di recesso sulla Brexit. Le probabilità che si verifichi questo scenario sono basse. 

Il quarto scenario si avrebbe con l’affermazione di alcune circostanze che spingerebbero il governo UK s  bloccare tutto e a revocare l’articolo 50. Siamo agli antipodi del primo scenario in quanto in questo caso la Brexit verrebbe sospese a tempo indefinito. 

Secondo il gestore obbligazionario non è assolutamente facile riuscire a prevedere come si otrebbe sviluppare la situazione. Nonostante Boris Johnson sia da sempre un abile comunicatore, capire realmente cosa si possa celare dietro alle sue parole è difficle. 

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