Non c’è peggior errore di quello che continua ad essere ripetuto in continuazione. Ora se a fare questi errori sono persone normali, il problema è circoscritto ma se invece a fare questi errori sono autorità monetarie come la Banca Centrale Europea, allora è un grande problema di tutti.
In un articolo di Daniel Lacalle tradotto da Francesco Simoncelli e pubblicato sul sito Trend-Online, si fa il punto sulle politiche adottate e riadottate dalla BCE. Secondo Lacalle la Banca Centrale Europea continua ad incentivare un comportamento sconsiderato gonfiando sempre di più la bolla del debito dell’Eurozona.
A pigiare sul debito, teoricamente, non ci sarebbe nulla di male per stimolare la ripresa ma i problemi sorgono nel momento in cui di ripresa c’è solo l’ombra e molte economie dell’area Euro devono fare i conti con un forte rallentamento economico. Abituare al debito non è mai positivo ed è proprio qui che la BCE ha fatto il suo più grande errore, almeno secondo il punto di vista di Lacalle. Uno strumento nato per dare tempo ai governi per attuare riforme strutturali importanti, è diventato di incentivo a comportamenti sconsiderati senza che tali riforme siano mai state adottate.
A chi cita il Giappone come esempio da seguire, Lacalle ricorda che Tokyo vanta un costo del debito molto basso e lo stesse costo del servizio del debito pubblico giapponese è pari a quasi il 50 per cento delle entrare fiscali dello stato. Oggi il debito del Giappone è 15 volte più alto di quello che è stato il gettito fiscale dell’anno 2018.
Nell’area Euro l’inflazione ha registrato fin dal 2000 un incremento del 40 per cento dell’IPC mentre stipendi e occupazione continuano ad essere bassi e depressi.
Sono questi semplici dati a spingere ad affermare che la politica monetaria dell’Eurozona si trasformata da mezzo per aprire la strada alle riforme a ostacolo ad ogni tentativo di riforma (o scusa).
Bolla debito Eurozona continua a crescere
Il risultato di questa mutazione è che la bolla del debito dell’Eurozona continua a crescere in modo costante alimentando l’immagine di una realtà che non esiste. Ovviamente quello che si è creato è un continuo effetto a cascata visto che i rendimenti bassi contribuiscono a dare un senso e un’immagine di sicurezza che in realtà è molto precaria.
I numeri sono molto significativi: il bilancio della BCE è stato talmente gonfiato da raggiungere ben il 40 per cento del PIL della zona Euro. Impietoso il confronto con quanto avvenuto in Usa dove all’apice del quantitative easing il bilancio della Federal Reserve non era arrivato neppure al 26 per cento del PIL Usa. Non solo ma gli acquisti di buoni del Tesoro da parte della FED non hanno mai superato le emissioni nette. Viceversa gli acquisti della BCE hanno raggiunto sette volte la cifra delle emissioni nette.
Insomma ci sono state e ci sono sostanziali differenze tra il quantitative easing americano e la sua copia europea. Il risultato di questa manica larga della BCE è che oggi l’eccesso di liquidità nella zona Euro supera i 18.000 miliardi di euro! Cosa è questa se non una bolla che continua ad essere gonfiata come se nulla fosse?
Il risultato di questo treno che non oramai appare fuori controllo è la saturizzazione del debito che, a sua volta, determina un incremento dei rischi.
BCE in una trappola monetaria
La “colpa” di tutto questo è però anche dei governi. Secondo Lacalle, infatti, gli esecutivi dell’area Euro identificano i bassi rendimenti obbligazionari che la BCE permette come un sostegno dei mercati alle loro politiche sciatte e populiste. Ovviamente, come in un circolo vizioso, i bassi rendimenti spingono a proseguire con politiche sempre meno rigorose. In realtà i mercati non sono in grado di effettuare un valutazione oggettiva perchè sono gonfiati dalle banche centrali.
E’ per questo motivo che Lacalle ritiene che i rendimenti obbligazionari oggi non siano più un segno di credibilità ma di repressione finanziaria. In questo contesto gli squilibri strutturali proseguono, la percezione del rischio si annebbia sempre di più e la stessa economia è sempre pià ingessata e meno dinamica. E’ anche per questo motivo che l’Europa non riesce più a liberarsi…da se stessa.
La conclusione di Daniel Lacalle è una sola: a causa del suo comportamento la Banca Centrale Europea è finita in una trappola monetaria.
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