Dopo mesi di colloqui informali e settimane di speculazioni sempre più intense sui mercati finanziari, l’amministratore delegato di Deutsche Bank Christian Sewing ha ottenuto il via libera per procedere a trattative formali finalizzati a cercare un legame con la rivale Commerzbank.

Di fatti, i giornali tedeschi rammentano come il ministro delle Finanze Olaf Scholz abbia accettato di non opporsi alle conseguenze che potrebbe condurre un’intesa tra le due maggiori banche per capitalizzazione di Borsa: in sintesi, il rischio è che decine di migliaia di tagli di posti di lavoro (forse, 30.000, più di una unità su cinque della forza lavoro combinata) potrebbero essere costrette a finire al di fuori della struttura organizzativa della nuova compagine.

Al di là di tale aspetto – sul quale, occorre dirlo, per il momento non ci sono numeri concreti – l’obiettivo di interesse nei confronti di una simile operazione è quella di generare una combinazione che da due banche indebolite dalla recente crisi possa assicurare la nascita di una struttura pienamente competitiva per la più grande economia europea. È altrettanto evidente che vi siano ancora molti ostacoli da superare. I colloqui si concentrano ora sulla quantità di capitale che un accordo richiederebbe e da dove dovrebbe provenire tale imponente risorsa. In secondo luogo, bisognerà “spiegare” l’accordo alla Banca centrale europea e ad altri organi di vigilanza bancaria.

Al di là di ciò, gli analisti affermano come con una simile aggregazione le spese annuali potrebbero essere ridotte di oltre 2,2 miliardi di euro: una piccola quota dei costi complessivi delle due banche, ma che combinate alle altre sinergie dovrebbero poter condurre il beneficio in oltre 3 miliardi di euro ogni anno.

L’operazione è, comunque, agli albori. E, da quanto sembra, non si caratterizzerà per un percorso né snello, né breve…

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