Quale sarà il futuro delle borse europee nel 2019?

È questa la domanda che tutti gli analisti e tutti gli azionisti si stanno ponendo… senza ottenere una risposta puntuale. D’altronde, appare evidente che tra Brexit, problemi di budget, guerre commerciali, incertezze geopolitiche, elezioni in arrivo (a maggio), gli elementi che potrebbero turbare i già precari equilibri sono numerosi e poco districabili.

Dunque, soprattutto nella prima parte dell’anno, guai ad attendersi acque calme. Il contesto sarà molto difficile e increspato, e gli investitori dovrebbero dunque cercare di sposare un atteggiamento più prudente.

Diverso è invece il discorso per il secondo semestre, dal quale potrebbero arrivare delle sorprese positive che – indicava il quotidiano Corriere della Sera – non si esclude che possano giungere proprio dai meno sospettabili, come Italia e Inghilterra.

Ma andiamo con ordine. Sul fronte dei fondamentali, le Borse europee presentano certamente dei valori particolarmente attraenti, che probabilmente gli azionisti non incontravano da tempo. In alcune piazze il dividend yield è superiore al 4%, ed è più del doppio quello americano. Anche il multiplo tra prezzo e utile sembra strizzare l’occhio al vecchio Continente.

Insomma, buone notizie che, però, non dovrebbero rappresentare un biglietto da visita senza cautele. Almeno nel primo semestre, infatti, sarebbe opportuno agire con la massima consapevolezza, anche alla luce di qualche segnale non proprio idilliaco: la crescita economica sta mostrando segnali di affaticamento, e i rischi geopolitici sono dietro l’angolo.

Detto ciò, puntare sui mercati che oggi sembrano essere quelli più problematici potrebbe davvero convenire. Italia e Inghilterra, ad esempio, hanno un p/e di 10, contro il 15 della Francia e il 12 della Germania. Il dividend yield è del 4,73% per l’Italia e del 5,02% per l’Inghilterra. Nel nostro Paese, molti titoli stanno trattando a sconto rispetto ai livelli storici: il riferimento è soprattutto alle banche, che nel 2018 sono state le più penalizzate, e che nel 2019, cautele a parte, dovrebbero rappresentare dei buoni cavalli su cui puntare.

E l’Inghilterra? Qui molto dipende dal modo con cui verrà condotta la Brexit. Se la Brexit sarà soft (anche se questa ipotesi si sta allontanando gradualmente con il passare delle settimane), Londra potrebbe realmente rappresentare una scelta vincente.

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