Con l’avvicinarsi del 2019, gli analisti di T.Rowe Price prevedono che lo scenario economico globale sarà contraddistinto da una crescita in rallentamento, con le economie avanzate che generalmente saranno più lente a causa del diminuire degli stimoli favorevoli e del chiudersi dell’output gap.

Secondo l’outlook della società, gli Stati Uniti entreranno a breve in una fase avanzata del ciclo economico, man mano che la Federal Reserve proseguirà ad incrementare i propri tassi di interesse di riferimento a breve termine sui Fed Funds: la probabilità di una recessione nel breve periodo rimane comunque piuttosto bassa, ma un trend altalenante del mercato è sempre più a rischio.

Per quanto attiene gli emergenti, le valutazioni relative sono generalmente favorevoli e l’ipotesi di un bear market è già stata ampiamente prezzata, e i fondamentali sembrano essere più solidi rispetto ai periodi di crisi passati.

Economia globale

Secondo quanto afferma Alan Levenson, capo economista per gli USA, è lecito attendersi un lieve rallentamento della crescita economica globale per il 2019, sebbene lo stimolo fiscale continuerà ad essere un fattore di supporto.

Se si osservano i precedenti storici, questi suggeriscono che ci sarà un ulteriore rialzo dei tassi di 175 punti base, e che il ciclo di stretta monetaria della Federal Reserve possa condurre i tassi reali almeno in linea con la potenziale crescita reale del PIL. In termini di rischio, la curva dei rendimenti si sta appiattendo, ma questo – prosegue l’analista – non significa che la recessione è imminente.

Azionario internazionale

Secodno Justin Thomson, chief investment officer, Equity, e portfolio manager, i mercati emergenti hanno sottoperformato nell’ultimo anno, e diversi temi indicano un possibile mercato ribassista.

Per Thomson, il rafforzamento del dollaro e l’aumento dei tassi “rappresentano dei venti contrari per i mercati emergenti, e i rischi specifici dei singoli Paesi potrebbero portare a un contagio più diffuso. Inoltre, le tensioni commerciali potrebbero potenzialmente far deragliare la crescita cinese e globale. Prestiamo tuttavia grande attenzione a quei fattori che potrebbero rivelarsi delle sorprese in positivo per il 2019, tra cui l’innovazione in Cina, l’aumento della profittabilità in Giappone, una possibile risoluzione della Brexit”.

Azionario statunitense

Secondo il comment formulato da John Linehan, chief investment officer, Equity, e portfolio manager, prevale un cauto ottimisto rispetto al 2019, visto e considerato che l’accelerazione dell’economia, un aumento della fiducia di consumatori e aziende, una solida crescita degli utili, il ciclo elettorale e l’innovazione diffusa, dovrebbero costituire fattori di sostegno per la crescita del mercato nel breve termine.

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