Negli ultimi giorni il primo ministro britannico Theresa May è sembrata compiere importanti passi in avanti nei confronti della predisposizione di una nuova offerta in chiave Brexit all’Unione Europea, nel tentativo di preparare il terreno per un’intesa.
Come noto, e come più volte abbiamo avuto modo di rammentare su queste pagine, i colloqui sul divorzio si sono bloccati sulla questione di come evitare la necessità di controlli doganali (e non solo) al confine tra il Regno Unito e l’Irlanda, con la parte britannica che è sembrata recentemente aprire alla possibilità di raggiungere un accordo.
L’offerta del Regno Unito si applica al cosiddetto backstop irlandese, ovvero una garanzia legale per assicurare che il confine tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda rimanga aperto e libero per i viaggi e per il commercio anche dopo Brexit. Si applicherebbe solo come ultima risorsa nel caso in cui un accordo commerciale globale non sia in grado di affrontare la questione.
In base al programma ideato, che probabilmente verrà presentato prossimamente, il Regno Unito si tirerebbe indietro sulla sua opposizione ai nuovi controlli sulle merci che circolano tra il continente britannico e l’Irlanda del Nord. In cambio, May potrebbe chiedere bisogno che l’UE scenda a compromessi e permetta a tutto il Regno Unito, compresa l’Irlanda del Nord, di rimanere nel regime doganale dell’area comune.
Anche se il quadro è dettagliato e complesso, lo schema di un accordo – come vedono i britannici – potrebbe potenzialmente sbloccare negoziati che sono in una situazione di stallo virtuale da marzo. L’UE dice che senza un accordo sul backstop non ci può essere un accordo sulla Brexit, e questo significherebbe che la Gran Bretagna uscirebbe fuori dal blocco a partire dal prossimo mese di marzo, senza alcun periodo di transizione prima che i futuri accordi commerciali entrino in vigore.
Ricordiamo che il problema in questione nasce perché dopo il Brexit, e dunque dopo marzo 2019, il Regno Unito non farà più parte dell’unione doganale e del mercato unico dell’UE. L’UE afferma che ciò significa che le merci che si trasferiscono in Irlanda dovranno essere oggetto di controlli per garantire che siano conformi alle norme di sicurezza e di qualità, e che vengano pagate le tariffe e i dazi relativi. Per evitare che tali controlli si svolgano al confine irlandese con l’Irlanda del Nord, l’UE ha proposto di mantenere la regione all’interno del suo territorio doganale.
Quanto sopra domanderebbe che i controlli si svolgano in una frontiera fittizia lungo il Mare d’Irlanda, tra l’Irlanda del Nord e la terraferma britannica. May ha respinto categoricamente questa opzione – dichiarando che dividerebbe costituzionalmente il Regno Unito in due territori doganali separati, cosa che nessun primo ministro potrebbe mai prendere in considerazione.
Ora, il compromesso proposto ruota intorno alla distinzione tra controlli doganali e controlli normativi. May vuole mantenere l’intero Regno Unito – compresa l’Irlanda del Nord – all’interno del regime tariffario dell’UE come parte del piano di backstop. L’UE è attualmente contraria a permettere che ciò avvenga e vuole che solo l’Irlanda del Nord rimanga all’interno del proprio territorio doganale dopo Brexit. Una situazione che in buona evidenza dovrà cambiare se si vuole raggiungere un accordo.
Secondo il piano britannico – che non è stato ancora annunciato e che dunque potrebbe essere soggetto a nuovi cambiamenti- il Regno Unito manterrebbe le norme sulle merci in Irlanda del Nord strettamente allineate con le norme UE applicabili nella Repubblica d’Irlanda. Tuttavia, ci sarebbero nuovi controlli normativi sulle merci che transitano tra l’Irlanda del Nord e il continente britannico, dove potrebbero essere applicate regole diverse una volta che il Paese è al di fuori dell’UE.
Il Regno Unito cercherebbe di ridurre al minimo questi controlli supplementari – accettando l’offerta del negoziatore Brexit Michel Barnier, capo dell’UE, di utilizzare la tecnologia e altri mezzi per limitare l’invadenza delle ispezioni delle merci.
Un elemento determinante che complica la missione di May è che non ha la maggioranza in Parlamento e che dunque deve fare affidamento sui voti del Partito Democratico Unionista dell’Irlanda del Nord per rimanere al potere. Il DUP si oppone implacabilmente a tutto ciò che possa sembrare un nuovo confine in grado di separare la Gran Bretagna continentale dall’Irlanda del Nord.
Il nuovo piano dovrà essere supportato da una formulazione sia nell’accordo di uscita che nella dichiarazione politica sul futuro accordo commerciale che rende chiaro che il backstop quasi certamente non sarà necessario.
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