L’autunno si preannuncia essere un periodo di forte volatilità e incertezza, dinanzi al quale non si potrà che assumere un approccio tattico e flessibile, utile per poter affrontare gli appuntamenti e gli sviluppi della stagione. A sostenerlo è un recente commento a cura di Filippo Lanza, gestore del fondo HI Numen Credit, Hedge Invest Sgr, e Lorenzo Di Mattia, gestore del fondo HI Sibilla Macro, Hedge Invest Sgr, che sottolineano come l’autunno ora iniziato sia “affollato” di scadenze e potenziali criticità, dalla guerra commerciale alla riduzione degli stimoli da parte delle banche centrali.
In un simile contesto di incertezza, le opportunità (e i rischi!) non dovrebbero mancare, e per cogliere i primi, e contenere quelli tra parentesi, occorrerà procedere con un approccio tattico e flessibile.
La normalizzazione delle politiche monetarie
Come sottolineano i due esperti, la maggiore preoccupazione a livello globale rimane il processo di normalizzazione delle politiche monetarie, e soprattutto in che modo il mercato reagirà a questo sviluppo. “Si tratta di un percorso appena cominciato, e già si registrano i primi segnali della ridotta liquidità, con l’attacco alla valuta turca e la volatilità più elevata registrata dai governativi italiani. – afferma il commento – D’altra parte, considerata la forza del complesso delle materie prime e del petrolio e la pressione accumulata sui salari in vari segmenti dell’economia, ci aspettiamo che i dati sull’inflazione non offriranno ai banchieri centrali alcun motivo per rallentare l’uscita dalle politiche monetarie espansive. Non solo. La guerra commerciale potrebbe aggiungere pressione al mix inflattivo abbastanza rapidamente”.
Sempre in tale ambito, un elemento che accentua le preoccupazioni è la straordinaria divergenza tra Stati Uniti e Europa, sia sul fixed income che sull’equity. Con la negatività che circonda l’approvazione della nuova legge di bilancio italiana e le negoziazioni su Brexit, il vecchio Continente corre il rischio di divenire iper venduto, contro una situazione di iper comprato negli Stati Uniti, aprendo dunque margini per possibili correzioni.
Per quanto concerne L’italia, affermano gli esperti, “il mercato sembra aver sopravvalutato in maniera negativa il rischio relativo alla nuova legge di stabilità in arrivo questo autunno. Il Governo sembrerebbe non avere intenzione di andare allo scontro con l’UE in questo momento; il vero scontro si verificherà probabilmente in occasione delle elezioni europee del 2019. Di conseguenza, l’impatto della legge di stabilità sarà probabilmente inferiore a quello che il mercato ha prezzato; pertanto, consideriamo il rischio italiano abbastanza attraente in questo momento, sia per quanto riguarda la parte governativa che i crediti societari e bancari”.
Emergenti e Stati Uniti, una relazione non tenere sotto controllo
Sempre in merito a relazioni di natura internazionale, Lorenzo Di Mattia ci ricorda come uno degli sviluppi sicuramente più interessanti sia l’ampia divergenza sussistente tra il mercato americano e il resto del mondo, con i mercati emergenti in particolare: questi ultimi hanno infatti perso circa il 20% rispetto ai massimi di gennaio, mentre il mercato USA ha già recuperato e superato di molto i livelli di inizio anno.
È possibile che da tale condizione di ipercomprato il mercato azionario statunitense possa ritracciare, eliminando così la condizione “anomala” attuale, e che in virtù di ciò gli emergenti riusciranno a rimbalzare, con l’S&P che tornerà sui nuovi massimi. Attenzione altresì ai rapporti tra USA e Cina: le ipotesi di un possibile accordo tra le parti, finalizzato ad attenuare i rischi di trade war, stanno crescendo giorno dopo giorno. E, sottolinea l’analista, proprio la Cina sembra essere in questo momento un’opportunità interessante, perché il mercato sembra aver previsto e prezzato dazi sull’intero export verso gli Stati Uniti.
L’importanza di un approccio tattico
Come già anticipato, in tale ambito – sottolinea Filippo Lanza – “nei prossimi mesi la combinazione di bassa liquidità nei mercati globali e minor pazienza degli investitori potrà offrire interessanti opportunità selettive in specifiche società, in un contesto che potrebbe diventare estremamente volatile. Occorrerà pertanto sapersi muovere in modo tattico e flessibile sull’intera capital structure delle società (operazioni sulle diverse tipologie di bond emessi con posizioni a copertura o per ottenere utili sulla parte azionaria) per sfruttare il contesto di mercato”.
Interessante è anche lo spunto di Lorenzo Di Mattia, secondo cui è ora possibile attendersi una correzione tra il 10 e il 15% sui mercati azionari, nel corso dell’anno, e un bear market nel 2019.
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