Le continue tensioni sul commercio internazionale sono il più grande rischio economico per la zona euro – ha dichiarato il numero 1 del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde. Sebbene l’area dell’euro abbia goduto di un’espansione economica “al di sopra del potenziale” nel 2017, “la dinamica sta attualmente rallentando”, ha poi annunciato Lagarde, affermando che è probabile che il Fondo abbasserà leggermente le proprie previsioni economiche a luglio.

Il Fondo non si aspetta che il rallentamento economico sia significativo, in parte perché la politica monetaria continuerà a sostenere la crescita nella regione euro. Ma, secondo Lagarde, c’è una serie di rischi economici in arrivo e, il primo di questi, è rappresentato dalla tensione commerciale.

“Il primo nella lista dei rischi è chiaramente rappresentato dalle tensioni commerciali avviate dall’aumento delle tariffe su acciaio e alluminio”, ha detto Lagarde, riferendosi alle iniziative intraprese dell’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump.

Trump ha infatti annunciato a marzo che avrebbe applicato una tariffa del 25% sulle importazioni di acciaio e un’altra tariffa del 10% sulle importazioni di alluminio. Nonostante un’esenzione temporanea, l’Unione Europea, e quindi la zona euro, è stata soggetta a tali tariffe a partire dall’inizio di giugno. Per rappresaglia, l’Unione Europea sta implementando nuovi dazi nei confronti di diverse merci statunitensi, come succo d’arancia, mais dolce, burro di arachidi e blue jeans.

Lagarde ha detto alla CNBC che il problema non è l’impatto macroeconomico diretto, poiché questo è “nel range dello 0,1 percento qui, lo 0,1 percento lì”, ma l’impatto sulla fiducia derivante dalle tensioni. “La tendenza è preoccupante ed è la violazione della fiducia che mina la relazione”, ha affermato.

Lagarde ha aggiunto che “se accade un deterioramento si parlerà di impatti macroeconomici più elevati e, in secondo luogo, di un indebolimento della fiducia che ha presieduto la relazione dei partner nell’ambito di un sistema basato sulle regole”.

I più alti dazi sulle merci diventano inoltre un problema ancora più grande nell’attuale contesto economico, dove i prezzi del petrolio sono in aumento. “La mia particolare preoccupazione riguarda anche i Paesi poveri, che hanno beneficiato del miglioramento della crescita negli ultimi due anni, dove i prezzi delle materie prime stanno riprendendo”.

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