L’amministratore delegato di UBS, Sergio Ermotti, ha affermato che gli investitori non dovrebbero spaventarsi dopo che le turbolenze politiche italiane hanno fatto tremare i mercati finanziari globali nelle ultime settimane.
“Stiamo raccomandando ai nostri clienti di rimanere sul mercato”, ha affermato Ermotti in un’intervista con Bloomberg Television a Zurigo poche ore fa – “La redditività sottostante e la crescita sono ancora di supporto alle azioni in termini generali”, ha aggiunto, ferma restando la necessità di monitorare con attenzione le turbolenze.
La crisi politica in Italia ha gettato i mercati globali in subbuglio prima che M5S e Lega accettassero di formare un governo, suscitando opinioni divergenti sulla gravità della situazione in Europa. Il miliardario George Soros ha in particolar modo avvisato l’Unione europea che rischia di franare proprio sotto i colpi delle crisi nazionali come quella italiana, mentre l’amministratore delegato di Morgan Stanley, James Gorman, ha minimizzato i suggerimenti secondo cui potrebbe esserci un’altra grave crisi come quella che abbiamo appena superato con fatica.
“La copertura è un must assoluto in questo contesto”, ha detto Ermotti. “Bisogna fare attenzione a non essere troppo compiacenti” – ha poi precisato, aggiungendo che l’Europa deve lavorare su riforme più profonde e dovrà lottare per essere ancora più credibile.
La stessa UBS vanta peraltro circa 1,1 miliardi di franchi (1,1 miliardi di dollari) di esposizione netta al debito societario, bancario e sovrano italiano, secondo il rapporto annuale della banca. Ermotti ha precisato che non vede al momento sostanziali rischi a breve termine per l’Europa o per nessun singolo Paese nella macro regione.
Ad ogni modo, mentre i venti contrari in Europa stanno frenando i guadagni delle banche, e mentre quelli delle maggiori banche statunitensi si spingono sempre più in alto, la speculazione sulle mega-fusioni delle banche europee sta prendendo sempre più piede. La stampa ripete con insistenza che Unicredit starebbe valutando una fusione con la francese Société Générale SA, per una mossa che unirebbe due delle più grandi istituzioni finanziarie europee. Ermotti ha affermato in merito che il consolidamento potrebbe essere parte della soluzione “per rimodellare il settore bancario in Europa” e risolvere la persistente sovraccapacità.
“Gli investitori sono ancora molto cauti” – ha poi aggiunto Ermotti – “Sono là fuori a osservare la situazione. Non stanno andando nel panico, ma stanno iniziando a preoccuparsi”.
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