Anche se il focus delle attenzioni degli analisti finanziari in questi giorni si è spostato sull’Italia e sui suoi tentativi di varare un nuovo esecutivo, in realtà – ne parlammo non troppo tempo fa – uno dei principali pericoli di instabilità per l’area euro arriva ancora dalla mai guarita Grecia, con il Paese che sta cercando di liberarsi da anni di assistenza finanziaria.

In tale frangente, il Fondo Monetario Internazionale (FMI), i creditori europei e il governo greco stanno tracciando i dettagli finali di un accordo che dovrebbe rendere più facile per Atene rimborsare i propri debiti (il condizionale è quanto mai d’obbligo). La questione sta diventando sempre più pressante: la Grecia si sta preparando a terminare il suo terzo salvataggio finanziario di 86 miliardi di euro per il mese di agosto e, entro allora, il governo di Atene deve trovare certezze sulla riduzione del debito per consentirgli di rivendicare un riuscito allontanamento dall’assistenza internazionale, dopo ben otto anni. Ci riuscirà?

È probabile che la Grecia voglia cercare di finanziarsi sui mercati pubblici dopo il mese di agosto, ma è difficile convincere le controparti senza un piano chiaro e dettagliato sull’evoluzione del proprio debito futuro. Insomma, il rischio concreto è che Atene debba far fronte a maggiori costi di indebitamento, considerato che gli investitori non sembrano essere troppo convinti delle ambizioni elleniche.

Il Paese si trova d’altronde in una condizione in cui il suo debito è di circa il 180% rispetto al suo prodotto interno lordo (PIL), il più alto nella zona euro. Il Fondo monetario internazionale ha già dichiarato di aver bisogno di un accordo sulla riduzione del debito entro stanotte per avere abbastanza tempo per erogare gli 1,6 miliardi di euro che vorrebbe ancora dare alla Grecia come parte del suo terzo piano di salvataggio. Finora il fondo si è rifiutato di fornire nuovi fondi alla Grecia fino al momento in cui il suo debito non sarà reso più sostenibile. Sebbene i fondi del FMI non siano una cifra significativa rispetto agli 86 miliardi di euro proposti dai creditori europei, il suo impegno finanziario è essenziale ai fini della credibilità del progetto di risanamento.

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