Il prossimo giovedì 15 dicembre si terrà l’ultima riunione BCE del 2022. Il tema centrale sarà l’aumento dei tassi di interesse con gli analisti che sono divisi tra chi ritiene che la Banca Centrale Europea proseguirà ad alzare il costo del denaro al ritmo in corso e chi invece non esclude che possa esserci un rallentamento.
Una cosa è certa: il meeting BCE di giovedì sarà una grande occasione per investire sui quei mercati che sono più condizionabili dalle mosse di politica monetaria dell’EuroTower. Stiamo ovviamente parlando del Forex (cambio Euro Dollaro in primis) e degli indici delle borse europee (tra cui l’italiano Ftse Mib).
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Per cercare di farsi un’idea su come investire in vista della riunione BCE del 15 dicembre prossimo, è fondamentale fare chiarezza su almeno 3 questioni vitali: le previsioni sull’esito del summit, l’andamento dell’inflazione (in Europa siamo al picco o no) e la percezione della banca centrale verso il rischio recessione.
Ecco quindi le 3 domande da porsi prima di investire sul summit BCE:
Cosa deciderà la BCE giovedì 15 dicembre 2022 (previsioni)
L’attesa degli analisti per per un aumento di 50 punti base dopo due rialzi consecutivi di 75 punti base. Un incremento più contenuto del costo del denaro, sarebbe il segnale di un possibile cambio di passo.
Nonostante questo, però, è altamente probabile che la BCE possa mantenere un atteggiamento hawkish con i traders che cercheranno di capire quali sono le intenzioni dell’EuroTower sulla direzione del tasso sui depositi.
Stando alle ultime dichiarazioni è possibile che il costo del denaro possa raggiungere il picco a giugno 2023 attestandosi attorno al 2,7 per cento. Non è però da escludere che il target possa essere anche più alto considerando che le di pressioni di fondo sui prezzi continuano ad essere alte e anche perché la politica fiscale espansiva potrebbe tradursi in un rialzo dell’inflazione.
Gli esperti tedeschi della Deutsche Bank ritengono che il tasso terminale dell’EuroTower possa attestarsi al 3 per cento. Molto significativo il commento di Francis Yared di Deutsche Bank secondo il quale è necessario prendere atto “che il futuro percorso dei tassi è un processo di scoperta per i mercati e le banche centrali“.
Inflazione Eurozona ha raggiunto il suo picco o no?
Come già anticipato in precedenza, la seconda domanda riguarda l’inflazione. L’interrogativo è diventato oramai un classico: siamo al picco dei prezzi al consumo oppure è necessario tenere alta l’attenzione causa ulteriori incrementi?
I market mover più recenti dicono che per la prima volta da un anno e mezzo l’inflazione generale ha registrato un rallentamento a novembre, stabilizzandosi al 10 per cento. Dopo la pubblicazione di questo dato macro, si è consolidata la speranza che ci possa essere un’inversione.
Va bene la fiducia ma meglio non perdere di vista che l’inflazione resta sopra al target del 2 per cento. Secondo Ducrozet di Pictet, è altamente probabile che la BCE possa restare molto cauta visto che un anno fa la governatrice Lagarde non faceva altro che ripetere che l’incremento dei prezzi al consumo fosse transitorio…e alla fine abbiamo visto tutti cosa è invece successo.
Secondo il economista della Bce Philip Lane i salari saranno il “motore principale” dell’inflazione dei prezzi anche quando il boom provocato dalla crisi energetica rallenterà.
Come sarà la recessione in Europa?
La terza domanda da porsi prima di investire in vista della riunione BCE del 15 dicembre riguarda la percezione che l’EuroTower ha del rischio recessione.
Anche qui i market mover sono determinanti. I dati sull’attività economica sono sintomatici di una leggera recessione.
A settembre la banca centrale ha previsto una crescita della zona euro dello 0,9 per cento nel 2023. Si tratta di una stima in drastico calo rispetto a quella formulata a giugno.
Reinhard Cluse, capo economista europeo di Ubs, si attende che l’EuroTower nel board del 15 dicembre possa decidere di ridurre le proprie previsioni a un incremento di appena lo 0,5 per cento per il prossimo anno. Secondo l’esperto delle banca elvetica stiamo chiaramente rallentando potrebbero anche verificarsi due trimestri di crescita negativa “ma è improbabile che una profonda recessione sia lo scenario principale“. Questa sarebbe una buona notizia.
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