Il 2023 dovrebbe essere un anno di transizione per i mercati emergenti, impegnati a superare gli impatti della pandemia prima e dell’invasione russa in Ucraina poi. Ma quali sono le aree su cui sarebbe opportuno riporre l’attenzione, al fine di orientare meglio i propri investimenti finanziari?
A fornire una risposta è una nota a cura di Chris Kushlis, Chief of China and Emerging Markets Macro Strategy di T. Rowe Price.
La riapertura dell’economia cinese
La prima area su cui l’esperto suggerisce di fare molta attenzione è la riapertura dell’economia cinese, che sta avvenendo a ritmi superiori a quelli delle attese. Affinché l’economia in riapertura possa poi trascinare la crescita del PIL, bisognerà comprendere quale sarà il ruolo dei consumi.
Di fatti, sebbene i risparmi del Paese siano elevati, il governo ha per il momento fornito stimoli relativamente modesti ai consumi rispetto a quanto avvenuto in altri Paesi, e la fiducia rimane un’incognita dopo la pandemia.
Pertanto, per quanto lo scenario principale sia piuttosto positivo, è probabile che la ripresa sia inizialmente orientata verso i servizi domestici. La riapertura dovrebbe inoltre determinare un prevedibile incremento dell’inflazione, anche se il rallentamento del mercato del lavoro dovrebbe attenuarne l’aumento.
In ogni caso, considerato che l’economia globale è stata impattata solo parzialmente dalla rigida politica zero Covid cinese, e che la Cina è circa il 15% del PIL mondiale, difficilmente i cambiamenti di approccio di Pechino potranno impattare in misura notevole sui macronumeri. Più netti saranno invece gli effetti su alcune aree più specifiche come materie prime e, in particolare, petrolio e gas.
La crisi geopolitica
Una seconda area di attenzione sarà evidentemente rappresentata dalla crisi geopolitica in atto e, in particolar modo, sulla difficile evoluzione della guerra in Ucraina.
Il conflitto, oramai prolungato, sarà un rischio per i mercati emergenti. Qualsiasi segnale di peggioramento, o ogni turbamento sulle forniture energetiche, potrebbe determinare un effetto negativo sul sentiment degli investitori all’interno dell’asset class.
Sempre a proposito di geopolitica, attenzione anche agli impatti delle tornate elettorali. Dalla Polonia alla Turchia, dall’Argentina alla Nigeria, non mancano certamente le occasioni.
La fiscalità sui mercati emergenti
T. Rowe Price si attende un rallentamento della crescita dei mercati emergenti, considerato l’impatto ritardato delle restrizioni e il probabile calo dell’export, sebbene la contrazione sarà più lieve rispetto a quanto avviene nei mercati sviluppati.
Peraltro, all’interno dei mercati emergenti ci si attende che le economie aperte seguiranno in larga misura i mercati sviluppati. Resisteranno meglio le economie chiuse e più basate sulle materie prime. È inoltre possibile che alcuni mercati emergenti asiatici possano trarre beneficio dalla riapertura dell’economia cinese.
Generalmente, sul fronte fiscale l’analista spiega come le posizioni siano migliorate grazie all’aumento delle entrate, anche se i deficit rimangono leggermente elevati rispetto ai livelli pre-pandemia.
L’andamento dell’inflazione
Passiamo dunque alla quarta area da considerare, relativa all’andamento dell’inflazione. Come noto, e come più volte abbiamo condiviso in queste pagine, le banche centrali dei mercati emergenti hanno iniziato ad alzare i tassi prima di quelle dei mercati sviluppati e sono quindi più avanti nei loro cicli di rialzo, molti dei quali sono vicini al picco o sono terminati.
T. Rowe Price ritiene a questo punto improbabile un taglio dei tassi d’interesse quest’anno, salvo che non si verifichi una recessione globale tale da spingere la Fed a fare lo stesso.
Per quanto riguarda l’inflazione,le pressioni a monte si stanno spostando in linea con l’andamento del petrolio, mentre anche i prezzi dei generi alimentari iniziano a mostrare segni di moderazione. Il ritmo della disinflazione è più forte in Brasile e in Cile a livello core, mentre l’Europa centrale e orientale sta registrando il calo minore dell’inflazione core sequenziale.
Il mercato Forex
Passando infine all’ultima area di riferimento, T. Rowe Price si attende che per le valute la disinflazione sia un fattore di sostegno quest’anno. Anche le valutazioni rimangono molto interessanti, sebbene la recente forza abbia portato alcune valute selezionate ad avvicinarsi a livelli costosi, in particolare il peso messicano e la corona ceca. Negli ultimi tempi – conclude l’analista – il momentum si è ribaltato contro il dollaro americano e si sta diffondendo l’idea che ci si trovi in un punto di flesso a medio termine dopo anni di notevole slancio. T. Rowe Price rimane cautamente ottimista su questo fronte, pur consapevole che uno scenario di recessione potrebbe sostenere il dollaro.
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