La situazione del Covid in Cina continua a peggiorare, impedendo al Paese di debellare il virus e di allentare i controlli.

Il conteggio giornaliero dei casi è salito ai massimi da sei mesi a questa parte durante lo scorso fine settimana. E così, a Guangzhou non è rimasto altro che rinviare a tempo indeterminato il salone dell’auto che avrebbe dovuto prendere il via la prossima settimana. Secondo i social media, le scuole di Pechino sono indecise se spostare o meno le lezioni in presenza, dirottandole sulle piattaforme online.

Ma quanto sta costando alla Cina questa gestione del Covid?

Secondo le stime condotte da Nomura, i controlli anti-Covid in Cina avrebbero inciso negativamente sul 12,2% del PIL nazionale, rispetto al 9,5% di una settimana fa. La banca giapponese ha dichiarato che più di un quinto della popolazione cinese è soggetto a misure di controllo di qualche tipo.

La provincia meridionale del Guangdong è la più colpita, con casi che sono concentrati per lo più in un distretto. Infezioni recenti di Covid sono state segnalate in più di 20 delle 31 regioni cinesi a livello provinciale. Ancora più gravi sembrano però essere gli impatti sulla società. Diverse ricerche evidenziano come i cinesi siano sempre più scoraggiati dal viaggiare a causa delle troppe restrizioni.

Non solo: l’aumento dell’impatto stimato del Covid sull’economia cinese è avvenuto durante una settimana in cui molti investitori hanno ipotizzato che la Cina avrebbe presto allentato la sua rigida politica del Covid. Uno scenario che, evidentemente, non si tradurrà in realtà.

In questo contesto, i funzionari governativi hanno di fatti precisato che l’attuale politica di zero Covid rimarrà per il momento invariata, sebbene non si esclude che Pechino possa perfezionare alcune delle sue misure nelle prossime settimane.

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