La U.S. Securities and Exchange Commission sta indagando su Didi dopo la sua offerta pubblica iniziale a cui ha fatto seguito, a distanza di pochi mesi, la decisione di avviare un delisting da Wall Street, e aggiungendo ulteriore pressione sul gigante cinese del ride-hailing. Didi ha infatti confermato nel suo report annuale, pubblicata pochi giorni fa, di essere stata contattata dalla SEC dopo che l’azienda è sbarcata sui mercati regolamentati, in merito a “indagini in relazione all’offerta“.

Stiamo cooperando con l’indagine, soggetta alla stretta osservanza delle leggi e dei regolamenti applicabili della Repubblica Popolare Cinese. Non possiamo prevedere i tempi, l’esito o le conseguenze di tale indagine” – ha dichiarato la società nel comunicato.

Didi non ha fornito ulteriori dettagli sulla sonda e non ha attualmente risposto alle richieste di commento da parte dei media americani.

Ricordiamo che l’azienda è diventata quotata negli Stati Uniti lo scorso giugno, raccogliendo più di 4 miliardi di dollari nella sua IPO. Poco dopo, i regolatori cinesi hanno lanciato diversi segnali di alert, finendo con il rimuovere l’applicazione dagli app store locali. A dicembre, quindi, Didi ha detto che avrebbe fatto piani per delistare dalla Borsa di New York e preparare una quotazione a Hong Kong cedendo, di fatto, alle pressioni di Pechino.

Le azioni di Didi hanno perso più del 5% nel trading pre-market e hanno ceduto circa l’85% dalla sua IPO.

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