La cinese Didi Chuxing ha appena presentato la domanda di prima quotazione in Borsa in quella che potrebbe essere una delle più grandi IPO tecnologiche di quest’anno.
La società ha infatti conseguito 21,6 miliardi di dollari di entrate nel 2020, con utile netto complessivo di 95 milioni di dollari per lo scorso trimestre. Uber possiede il 12,8% delle azioni della società dopo aver venduto la sua attività di ride-hailing cinese a Didi nel 2016, mentre il Vision Fund di SoftBank detiene il 21,5%.
Tra il 2019 e il 2020, le entrate di Didi si sono tuttavia ridotte di quasi il 10% a causa della pandemia da Covid, che ha colpito duramente la Cina. Tuttavia, prima della pandemia, le entrate crebbero dell’11% tra il 2018 e il 2019. Inoltre, il fatturato è già rimbalzato nel primo trimestre di quest’anno in seguito alla ripresa post-pandemica, con una crescita del 107% rispetto allo stesso quarto dell’anno precedente.
A titolo di confronto temporale, Uber ha riportato una perdita netta di 108 milioni di dollari su ricavi di 2,90 miliardi di dollari nel suo primo trimestre. Per tutto il 2020, le perdite nette di Uber ammontano a 6,77 miliardi di dollari su 11,14 miliardi di dollari di entrate.
Ricordiamo che Didi è stata recentemente valutata 62 miliardi di dollari dopo un round di raccolta fondi ad agosto, secondo i dati di PitchBook, ed è sostenuta da giganti dell’investimento come SoftBank, Alibaba e Tencent. Bloomberg ha riferito che la società potrebbe disporre di una valutazione di 100 miliardi di dollari al momento della sua IPO. A differenza di Uber, Didi è ancora fortemente concentrata nel rendere i robotaxi a guida autonoma una realtà, ottenendo peraltro il via libera delle autorità per testare i veicoli a guida autonoma a Pechino. Uber ha invece venduto la sua nascente attività di guida autonoma alla start-up Aurora Innovation lo scorso dicembre.
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