Secondo BlueBay AM, investire nei mercati emergenti potrebbe essere molto conveniente nel prossimo futuro a breve termine.

Numerosi, in tale scenario, i fattori di supporto rispetto a questa previsione. Per Anthony Kettle, senior portfolio manager della compagnia di asset management, con la presidenza di Biden, ad esempio, gli Stati Uniti torneranno a ricoprire un ruolo di leader globale, e adotteranno un approccio molto più multilaterale agli affari mondiali.

Secondo Kettle, questo implicherebbe una ripresa degli scambi commerciali e una significativa riduzione dei rischi geopolitici.

Asia

Per l’esperto, peraltro, a beneficiare maggiormente di questa situazione dovrebbe essere l’Asia, man mano che i rischi commerciali si ridurranno e man mano che la crescita globale comincerà a riprendersi. Tuttavia, nel continente asiatico la Cina godrà minori benefici derivante dal fatto che gli Stati Uniti starebbero mantenendo un atteggiamento da “falco” e che le multinazionali stanno cercando di diversificare le catene di approvvigionamento, preferendo lo spostamento dalla Cina verso altri Paesi asiatici.

Dunque, meglio puntare sull’India, che essendo una democrazia consolidata rappresenterà un utile alleato per gli Stati Uniti nel contenere le ambizioni cinesi.

Europa

In Europa, è possibile che Biden possa assumere un tono molto più da falco nei confronti della Russia, cercando di chiedere conto a Putin di una serie di provocazioni mosse nel corso del mandato di Trump.

Questo potrebbe complicare la relazione tra Russia e Stati Uniti, soprattutto a causa del fatto che Biden dovrebbe limitare l’influenza russa sull’Europa, e soprattutto su Bielorussia e Ucraina.

Kettle si aspetta inoltre una maggiore pressione nei confronti della Turchia, alla luce della volontà degli USA di imporre sanzioni. “La Turchia resta in ogni caso molto importante dal punto di vista geopolitico e l’establishment democratico ne è consapevole: questo significa che saranno le future azioni della Turchia a determinare in ultima istanza le relazioni con l’amministrazione Biden” – aggiunge Kettle.

America Latina

L’analista della società di asset management chiude infine con uno sguardo all’America Latina e, in particolar modo, al Messico, che dovrebbe beneficiare del miglioramento del contesto geopolitico. Il Brasile, di contro, non godrà più dell’affinità personale tra Trump e Bolsonaro.

Il 2021 dovrebbe essere l’anno della ripresa per l’economia globale, e questo dovrebbe valere anche per i mercati emergenti. Dunque, dopo un 2020 particolarmente negativo, contraddistinto dalla crisi pandemica e dalle misure restrittive che sono state intraprese per cercare di arginare questa drammatica evoluzione, è lecito attendersi una ripresa delle attività e, conseguentemente, una crescita economica che dovrebbe riguardare anche gli emergenti.

Ma quali sono i fattori che sembrano ispirare questa fiducia? E come investire nei mercati emergenti nel corso del 2021?

I fattori a favore degli investimenti nei mercati emergenti

Il primo elemento che dovrebbe giocare un ruolo favorevole per spingere gli investimenti nei mercati emergenti è certamente rappresentato dal dollaro debole. Una valuta verde non particolarmente aggressiva favorisce la stabilità finanziaria e la prestazione economica di molti dei Paesi emergenti, e considerato che è molto difficile che dall’altra parte dell’Atlantico si abbia l’intenzione di apprezzare il dollaro, questo elemento dovrebbe sviluppare un contributo favorevole per tutto il 2021.

Un altro elemento che possiamo ascrivere in favore degli investimenti nei mercati emergenti è certamente costituito dal buono stato di salute delle materie prime, che sembrano essere in procinto di avviare una strada di forti prestazioni durante il 2021. Ancora, è evidente che molti Paesi emergenti hanno avuto una gestione della crisi pandemica migliore di molti Paesi dalle economie più mature, come quelli occidentali (si pensi alla Cina e alla Corea del Sud), e questo non potrà che favorire un rimbalzo economico più rapido.

Come investire oggi sui mercati emergenti

Chiarito quanto sopra, è evidente che quando si investe nei mercati emergenti non si può che riporre grande attenzione sulla selezione della giusta strategia di trading.

In altri termini, è sbagliato lasciarsi ingolosire dai fattori positivi e confortanti, mentre è molto meglio cercare di puntare su una accurata selezione dei propri obiettivi di trading, evitando di sottovalutare gli ostacoli e i pericoli che potrebbero fare la loro comparsa nei prossimi mesi.

In particolare, cautela dovrebbe essere riposta nell’analisi delle relazioni tra Cina e Stati Uniti.

È evidente che il Paese asiatico abbia come obiettivo quello di costruire un dominio macroregionale inscalfibile e, contemporaneamente, allontanarsi dall’influenza occidentale. Gli Stati Uniti continuano a guardare Pechino con particolare diffidenza, ed è molto difficile che i rapporti tra le due parti possano cambiare radicalmente con l’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca.

Tuttavia, a cambiare potrebbe non essere la sostanza, quanto la forma. E un variazione della retorica nei confronti del gigante asiatico potrebbe avere un impatto positivo di breve termine sulle prestazioni azionarie, per quanto non dovrebbe cambiare profondamente la base di valutazione di questa intricata serie di connessioni.

Per gli investitori, il nodo cinese rimarrà dunque da sciogliere ancora per diverso tempo.

Estendendo invece l’analisi al resto del mondo emergente, la notizia più rilevante potrebbe essere quella della firma del RCEP, ovvero dell’accordo commerciale che mira a rafforzare i rapporti economici tra 15 Paesi dell’area del Pacifico. Un’intesa che coinvolge più di 2 miliardi di persone e un Pil di 25 miliardi di dollari, e che potrebbe dare una nuova spnta ai consumi della zona.

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