Nelle ultime ore è stata diramata una interessante nota analitica da parte di Barani Krishnan, commodities analyst di Investing.com, sull’evoluzione di petrolio e oro, due delle materie prime maggiormente negoziate dagli investitori italiani.
Petrolio
Per quanto attiene il petrolio, l’analista rammenta innanzitutto come il prelievo di 7,2 milioni di barili di greggio avvenuto nella settimana terminata il 26 giugno sia circa 10 volte superiore alle previsioni degli analisti. Tuttavia, non si può certamente affermare con sicurezza che si tratti di un evento fuori misura, ma potrebbe benissimo essere che la domanda di greggio da parte dei raffinatori sia andata fuori scala in previsione dell’evento vacanziero.
Se così fosse, sottolinea ancora l’analista, bisognerà assistere a numeri così importanti per almeno una o due settimane per confermare un’inversione di tendenza così sostenuta nella domanda di greggio. Si tratta dunque di un momento estremamente cruciale, dato che le statistiche sulla riapertura delle attività economiche dopo la prima ondata del coronavirus potrebbero dare un’immagine diversa.
In particolare, secondo l’EIA, il totale dei prodotti forniti nelle ultime quattro settimane è stato in media di 16,2 milioni di barili al giorno, ovvero il 20% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Sulla carta, questo sembra fondamentalmente un bene per gli investitori rialzisti sul petrolio, ma la velocità con cui si sta evolvendo la seconda ondata del COVID-19 suggerisce che sono in arrivo altre chiusure economiche, e questo potrebbe rallentare l’assorbimento dei prodotti petroliferi, aggiungendosi al loro magazzino.
Insomma, per Krishnan è bene attendersi che tutti gli occhi siano puntati sulle statistiche dei virus per la prossima settimana o due. Indipendentemente da ciò che l’amministrazione Trump dice o vuole farci pensare, la pandemia deciderà il corso della domanda di petrolio e dell’economia – non il contrario – afferma ancora l’analista di Investing.com.
Oro
Il superamento dei 1.800 dollari l’oncia da parte dell’oro è stato un evento piuttosto importante, ma sta crescendo sul mercato l’impressione che non ci saranno altri rialzi significativi nel breve termine.
I timori di una seconda ondata di infezioni da coronavirus degli Stati Uniti e la sensazione di abbondante liquidità derivante dai miliardi di dollari di stimoli messi a disposizione in tutto il mondo per combattere la pandemia dovrebbero mantenere l’oro sostenuto a, sopra o intorno alla soglia dei 1.800 dollari all’oncia.
Questo dovrebbe soddisfare la folla di investitori che sono alla ricerca di un rifugio sicuro ma… attenzione a non cedere alle facili illusioni. Chi infatti spera di riscrivere rapidamente i massimi storici recenti, con prezzi magari più alti di 2.000 dollari o addirittura 2.500 dollari, potrebbe dover aspettare…
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