I timori per una nuova ondata di casi di coronavirus hanno spinto i mercati azionari al ribasso nel corso della scorsa settimana. A fare il resto ci ha pensato una Federal Reserve più pessimista del previsto, che ha peggiorato l’umore dei listini, penalizzando sia quelli europei (- 8%) che quelli USA (- 5%).
Si tratta, evidentemente, di movimenti piuttosto bruschi, anche se inseriti all’interno di un contesto di rapida ripresa. E nei mercati emergenti cosa sta accadendo?
Ne parla, in una interessante nota, Anthony Kettle, Senior Portfolio Manager, Emerging Markets, BlueBay Asset Management.
L’andamento dei mercati emergenti
Nei mercati emergenti i movimenti sono stati più contenuti rispetto a quanto avvenuto nel resto del mondo, con una perdita dell’1,5% nell’arco della settimana.
Anche nei loro confronti, ovviamente, la posizione assunta dalla Fed è stata un elemento di rilievo, con Jerome Powell che ha dipinto un quadro pessimistico (che probabilmente non sarà piaciuto al presidente Donald Trump), delineando un lungo e graduale percorso per la ripresa, non privo di ostacoli. Powell ha anche anticipato che il proprio istituto monetario non sta pensando di alzare i tassi, nonostante il rimbalzo dei mercati e il rinnovato slancio dei dati economici.
Dinanzi a tale contesto, il mercato obbligazionario emergente in valuta locale ha sottoperformato, ritracciando parte del rally recente, con i mercati Forex che si sono indeboliti in linea con un contesto di minore propensione al rischio nei mercati.
Le obbligazioni denominate in valuta “forte” hanno invece performato sicuramente meglio, grazie al rally di 20 pb nei Treasury Usa.
Previsioni investimenti mercati emergenti
In tale contesto, l’esperto invita a soffermarsi su tre punti di riferimento.
Il primo è relativo alle tempistiche della seconda ondata di contagi nelle economie che stanno allentando i lockdown e della prima ondata di casi nei Paesi in cui i lockdown non sono molto stringenti, soprattutto in alcune parti dell’America Latina.
Per BlueBay, è probabile che, maturata l’esperienza precedente, le iniziative di contenimento saranno molto più localizzate, e quindi i costi saranno altresì molto più limitati. Naturalmente, bisognerà comunque comprendere in che modo la capacità degli ospedali reggerà, con il pericolo, dietro l’angolo che siano sopraffatti. In questo scenario le misure anti-pandemia saranno nuovamente più gravi.
Il secondo è relativo alla velocità di ripresa dei dati economici, soprattutto negli Usa e in Cina rispetto al resto del mondo, mentre il terzo è legato all’ampiezza delle politiche accomodanti delle varie banche centrali, soprattutto Fed e Bce.
Considerato che i punti 2 e 3 sono interconnessi, l’analista li osserva in maniera integrata, soffermandosi su una domanda chiave, ovvero cosa faranno le banche centrali se i dati dovessero migliorare improvvisamente e, in questo focus, quali riflessi avranno sui mercati emergenti.
Per BlueBay, in riferimento ai mercati emergenti, “il supporto fornito dalla Fed “colomba” e dalla ripresa in Cina ha compensato la confusa risposta al virus in America Latina. Con i mercati del Forex non più convenienti come un tempo, riteniamo che i guadagni in questo segmento dipenderanno più dalla debolezza del dollaro e dall’emergere di sopravvalutazioni a livello strutturale – sviluppi difficili da prevedere in questa fase”.
Ne consegue che la società rimane dell’opinione che le obbligazioni emergenti in valuta forte e i mercati emergenti locali rappresentino il modo preferibile ora per andare lunghi sul rischio nell’obbligazionario emergente. Sul Forex, invece, viene ritenuto meglio investire tramite trade di relative value piuttosto che adottare un forte bias direzionale.
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