Quali saranno gli impatti sugli investimenti in obbligazioni dei mercati emergenti? Se lo è domandato Andrew Keirle, gestore del fondo T. Rowe Price EM Local Currency Bond di T. Rowe Price, che in una recente nota ha illustrato alcune linee guida particolarmente condivisibili su quali saranno gli impatti degli ultimi avvenimenti sull’asset class emergente per il 2020 e oltre.

Il quantitative easing nei mercati emergenti

Il primo spunto su cui si è soffermato l’esperto è l’evidenza che, anche nei mercati emergenti, il quantitative easing sia tornato di moda. Dunque, contrariamente a quanto avvenvia una decina di anni fa, il QE trova oggi forte accoglimento da parte di diverse banche centrali dei Paesi emergenti (dall’Indonesia al Cile), ma – attenzione – con una logica differente rispetto a quanto avvenga nei Paesi sviluppati.

Nei mercati sviluppati, infatti, il QE punta a ridurre i costi di finanziamento e migliorare la sensazione di fiducia del mercato, mentre nei mercati emergenti serve per contenere i danni e stabilizzare i mercati dinanzi a forti deflussi e alta volatilità.

Certo, il fatto che la logica del quantitative easing nei mercati emergenti sia diversa non vuole certamente dire che avrà più successo. Anzi, prosegue l’esperto, è lecito affermare che il quantitative easing qui sia un esperimento e che come tale non si dimostrerà efficace in tutti i Paesi. Probabilmente, funzionerà meglio laddove ci son margini di manovra fiscale, e istituzioni finanziarie credibili (Israele, Corea del Sud, Thailandia). Di contro, il QE potrebbe essere più impegnativo da applicare, e da fruire con soddisfazione, laddove non ci sono ampi margini di manovra e dove non c’è molta credibilità fiscale.

Il debito sovrano in USD

Quindi, il comunicato di T. Rowe Price si concentra sul fatto che il forte calo dei prezzi del petrolio abbia spinto un elevato numero di Paesi medioorientali a tornare sui mercati internazionali al fine di rafforzare le proprie finanze.

Nelle ultime settimane alcune nazioni come il Bahrein e l’Egitto, hanno venduto nuove obbligazioni denominate in dollari, in operazioni che hanno registrato una domanda superiore all’offerta.

L’esperto sottolinea poi come la flessione dei prezzi del petrolio genererà diversi impatti all’interno degli emergenti. Per esempio, alcuni Paesi come la Nigeria e il Venezuela, che sono particolarmente vulnerabili in un contesto di minori ricavi derivanti dal greggio, potrebbero vedere le proprie obbligazioni soggette a volatilità e debolezza. Di contro, alcuni mercati obbligazionari potrebbero sovraperformare, come quello indiano, essendo il subcontinente un grande importatore di petrolio.

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