I mercati emergenti negli ultimi anni hanno garantito una importante soddisfazione agli investitori che hanno scelto di dedicare la sufficiente “pazienza” nell’elaborare le proprie migliori scelte di trading.

Tuttavia, oggi le cose sono evidentemente cambiate anche per loro, con una ricca gamma di eventi inattesi che ha creato le peggiori turbolenze sui mercati azionari e obbligazionari.

In tale contesto, è lecito domandarsi come poter posizionare i portafogli in fasi di incertezza come questa se si ha intenzione di mantenere una posizione sugli emergenti e… una risposta puntuale e condivisibile in questo senso è arrivata, poche ore fa, con una nota di Polina Kurdyavko, Head of Emerging Markets di BlueBay Asset Management.

Prima di scendere nel dettaglio del report ti ricordo che puoi investire sui mercati emergenti sfruttando le occasioni create dal coronavirus, attraverso il CFD Trading. Per iniziare ad operare è molto importante scegliere solo i migliori broker Forex e CFD

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Il calo degli obbligazionari

Il punto di partenza in questo ambito non può che essere rappresentato dal calo degli indici sull’obbligazionario emergente, diminuiti di circa il 10 – 20% nel mese di marzo.

In questo scenario, BlueBay consiglia di applicare una strategia bilanciata che possa sovrappesare i bond investment grade più solidi, unitamente a quelli che sono ora scambiati a livelli distressed. Per quanto concerne i primi, ovvero i bond con rating IG, i quali hanno assistito ad ampi riprezzamenti pur continuando ad offrire ampie riserve e liquidità, si trovano – tra i sovrani – quelli di Russia, Qatar, Israele e Cina. Per quanto attiene i secondi, a livelli distressed, esempi sono costituiti da Argentina, Ecuador e Libano.

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La crisi per i mercati emergenti

Buona parte dei Paesi asiatici con un rating IG, pari a circa un terzo dell’attuale obbligazionario emergente, sono evidentemente delle storie che BlueBay definisce “di successo”.

La Cina, ad esempio, è stato il primo Paese a rispondere efficacemente al virus, beneficiando anche del calo dei prezzi del petrolio. Nel Paese alcuni settori dell’attività economica sono tornati alla normalità, o quasi. Altri casi di successo sono poi quelli dei mercati che l’analista ricorda non necessitano di finanziamenti in dollari, e che possono vantare bilanci solidi, come quelli di Russia e alcuni Paesi dell’Europa emergente (Polonia), oltre a Cile e Perù in America Latina.

Con tale base di partenza, ci si attende tuttavia che il FMI fornisca liquidità a quei Paesi che non hanno sufficienti riserve o mercati domestici adeguatamente attrezzati per soddisfare i propri bisogni di liquidità. Su quali siano tali programmi ancora non vi è certezza ma, di norma, il focus è rappresentato su una spesa più contenuta e su un’agenda di riforme più o meno aspra. Difficilmente, però, vedremo delle rigidità già riscontrate nel recente passato, considerata la specificità di questa crisi.

Dunque, bisognerà capire quale sarà l’impatto dei grandi emittenti high yield, come Sudafrica e Turchia. Questi Paesi in passato si erano dimostrati piuttosto riluttanti ad entrare nei programmi del FMI, ad adesione volontaria, preferendo invece affidarsi ai mercati domestici. Tuttavia, le cose potrebbero cambiare e, se la crisi da nuovo coronavirus si dimostrerà più tenace del previsto, il loro orientamento potrebbe subire un mutamento.

La situazione potrebbe inoltre essere più varia per gli altri Paesi, spesso contraddistinti da dimensioni minori dal debito.

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Chi rischia di più

Secondo BlueBay la macroregione che rischia di più è l’Africa Subsahariana. Nel caso in cui il prezzo del petrolio dovesse rimanere così basso, e represso e l’impatto del virus dovesse estendersi fino a fine 2020, allora diversi Paesi in questa regione potrebbero optare per una decisa ristrutturazione del debito. Lo scenario peggiore potrebbe essere un default del debito senza spazio per la negoziazione, come la Cuba negli anni ’80 o il Venezuela nel 2017.

Come investire sui mercati emergenti

Si fa presto a parlare di investimenti sui mercati emergenti ma concretamente di cosa si tratta? Ovviamente quando facciamo riferimento alle strategie sugli emergenti non ci riferiamo al mercato immobiliare o ad aprire attività in quei paesi. Opzioni simili richiederebbero un impegno diretto mentre a noi i mercati emergenti interessano solo nella misura in cui ci consentono di fare trading sugli asset di questi paesi. 

Un modo per investire sui mercati emergenti è quello di puntare sulle valute di questi paesi con il Forex Trading.

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Ma si può anche investire sui mercati emergenti facendo trading sulle azioni e sugli indici delle borse di questi paesi. 

Il modo a tua disposizione per investire contemporaneamente su valute, azioni e indici dei mercati emergenti, si chiama CFD Trading. 

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Cosa succederà nel medio termine

Infine, lo sguardo sul medio termine. Anche se per certi versi questa crisi ha delle similitudini con quelle precedenti, ci sono degli aspetti di unicità che potrebbero porre il mondo dinanzi a uno scenario “nuovo”.

Di norma, per esempio, dopo una crisi i livelli di debito scendono. Tuttavia, questa volta è probabile che avvenga il contrario e che, dunque, il mondo ne esca con un debito più elevato, combinato con una crescita inferiore.

Ci sono tre modi di gestire tale problema – rammenta l’analista di BlueBay:

  • tassi negativi,
  • inflazione,
  • cancellazione del debito.

Nonostante gli ostacoli imminenti, pensiamo che, in ultima analisi, questa crisi si tradurrà probabilmente in un bisogno strutturale di rendimento e il credito sovrano emergente potrebbe essere nella posizione migliore per rispondere a questa necessità. In passato, di fronte a dislocazioni simili, il credito emergente ha generato rendimenti a doppia cifra nei due anni successivi e questa crisi non sarà un’eccezione – dichiara la nota di BlueBay – Alcuni Paesi emergenti probabilmente beneficeranno dell’iniezione di liquidità, mentre altri potrebbero dover seguire un percorso di ristrutturazione con sfide di breve termine, offrendo nonostante ciò il potenziale per gestire i problemi strutturali e implementare un’agenda di riforme nel medio periodo”.

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