Un nuovo contributo alle previsioni economiche 2020 è arrivato dagli analisti di Martin Currie (affiliata Legg Mason). Secondo l’esperto Kim Catechis, Head of Investment Strategy di Martin Currie i temi caldi per il prossimo anno saranno Brexit e mercati emergenti. Nel complesso l’analista prevede un 2020 positivo per l’economia globale con laa Brexit che sarà un tema chiave non solo per l’Europa ma per tutto il mondo.
Alla luce di quella che è la situazione attuale, è molto probabile che il Regno Unito esca dall’Unione Europea alla fine di gennaio.
L’uscita ordinata del Regno Unito dall’UE dovrebbe determinare un miglioramento del quadro economico di riferimento determinando un rimbalzo dei più importanti indicatori macro come il PMI manifatturiero.
Con una Brexit soft è possibile che anche altri comparti come automobili, assicuazioni e beni strumentali possa tornare a crescere. Gli esperti prevedono anche un miglioramento delle prestazioni da parte di tutte quelle aziende britanniche che guardano al mercato interno.
Tuttavia affinche è titoli azionari possano crescere nel lungo termine è necessaria la ripartenza degli investimenti in capitale. Solo in questo modo potrà essere assicurata una ripresa della produttività e degli utili societari.
Sulle previsioni Brexit 2020, invitiamo a leggere anche: Previsioni mercati 2020, le tre grandi preoccupazioni degli investitori
Mercati emergenti previsioni 2020
Una parte consistente dell’analisi è rivolta alle previsioni sui mercati emergenti. Secoondo l’analista è possibile che nel 2020 possa esserci un aumento della crescita di molti emergenti. Per Russia, Turchia e Sudafrica, emergenti alle prese negli ultimi anni con un forte rallentamento, la crescita potrebbe essere molto significativa (leggi a tal riguardo il post Russia tra i migliori mercati emergenti).
In generale, però, la crescita dei paesi emergenti dovrebbe restare inalterata, espandendosi in scia al taglio dei tassi di interesse avvenuto in tutto il mondo nel 2019.
Nell’area c’è da registrare un miglioramento delle aspettative sui rendimenti grazie all’avvenuta stabilizzazione del PMI. Nel continente asiatico il possibile miglioramento degli utili aziendali potrebbe spingere i prezzi delle azioni al rialzo. E’ possibile che i titoli del settore assistenza sanitaria, istruzione, cloud computing e energia pulita possano segnare apprezzamenti consistenti.
Nonostante i mercati emergenti abbiano ridotto i tassi di interesse di 1000 punti base, i margini di manovra comunque non mancano. Se è vero che i mercati emergenti crescono, è altrettanto vero che ci sono ancora buoni margini per fare meglio.
Passando dall’analisi globale a quella regionale, è possibile che nel 2020 possa proseguire l’attenzione della Cina su sostenibilità e qualità della produzione economica (tendenza già caratterizzante il 2019).
Nonostante non sia da escludere che la crescita economica cinese possa scivolare sotto al 6 per cento nel 2020, Pechino resterebbe comunque una delle economie a più alto tasso di crescita di tutto il mondo. Questo significa che le azioni cinesi sono pronte a catturare l’attenzione degli investitori. E’ bene non scordare che il governo cinese sta attuando una regolamentazione dei fallimenti societari che appare molto credibile agli occhi degli investitori occidentali.
Spostandoci dalla Cina all’India, Nuova Delhi sta progressivamente attuando politiche di riforma del lavoro. E’ possibile che proprio grazie a tali politiche l’India possa imporsi come potenza manifatturiera regionale. Le politiche che il governo indiano sta implementando potrebbero portare alla creazione dei giusti incentivi per le aziende più piccole. Grazie a questa strategia i lavoratori indiani potrebbero entrare a far parte dell’economia formale.
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