Il debito emergente, considerando l’attuale fase che i mercati globali attraversano, può essere considerato una buona occasione di investimento. A pensarla in questo modo è Spencer Rodriguez, Analyst, Emerging Markets Group, TCW.

Secondo l’analista è molto probabile che le divergenze che oggi ci sono nella performance tra asset in valuta forte e valuta locale siano destinate a persistere anche nei prossimi mesi. L’esperto ha evidenziato come da inizio anno, il rendimento dei bond sovrani emergenti in dollari sia stato di circa il 13,5% mentre quello delle obbligazioni societarie emergenti sia stato del 9,9% e quello dei bond in vluta locale del 6,8%. 

Nonostante i tassi USA abbiano segnato una flessione più rapida rispetto agli altri mercati sviluppati, il Dollaro Usa è rimasto una valuta forte e gli stessi Treasury si confermano come il titolo sovrano con rendimento più alto tra i titoli sovrani presenti su mercati dei paesi sviluppati. Ancora: pur in presenza della guerra commerciale Usa-Cina il Dollaro trae ancora supporto dalla crescita dell’economia americana.

Poichè non ci sono ancora segnali di una stabilizzazione della crescita europea e cinese, è probabile che i rendimenti dei bond emergenti in valuta locale continuino a trovare un ostacolo nella forza del biglietto verde. 

Secondo Rodriguez, oggi il mondo continua a metabolizzare la nuova realtà creata dalla guerra commerciale. Logicamente l’incertezza che si è venuta a creare continua ad impattare in modo negativo sulla generale propensione delle società ad intraprendere progetti di spesa di capitale. Questo meccanismo ha portato ad un deterioramento più vasto dell’outlook di crescita globale.

Considerando tale situazione i policymaker non hanno potuto far altro che adottare varie misure di allentamento con l’obiettivo di provare a stimolare un minimo di ripresa.

Le obbligazioni dei paesi emergenti dovrebbero beneficiare di un moderato rallentamento globale ma verrebbero essi stessi travolti nel caso in cui ci dovesse essere una recessione globale.

Lo scenario base elaborato dall’analista per la parte restante del 2019 non prevede nessuno sviluppo estremo.

Considerando i rendimenti attraenti sul debito emergente e considerando che globalmente i bond rendono meno del 2%, i flussi da inizio 2019 verso l’asset class hanno superato i 31 miliardi di dollari. Secondo l’analista questo trend proseguirà nel medio e breve termine. 

Bond emergenti: su quali investire oggi?

Partendo da tali premesse, su quali bond emergenti conviene investire oggi? L’analista continua a preferire i bond in valuta forte rispetto a quelli in valuta locale e al tempo stesso sono anche preferiti i paesi con rendimenti elevati e driver di crescita idiosincratici. Esempi in tal senso sono Brasile e Ucraina.

Per quello che riguarda i bond high yield essi sono rimasti indietro rispetto ai Treasury USA. Un certo interesse c’è anche per i bond sovrani investment grade (IG), tra i quali spiccano anche alcune new entry mediorientali dell’indice. Per finire a Rodriguez piacciono anche i mercati HY nei Paesi dove c’è una forte crescita economica grazie all’interventismo delle banche centrali. E’ questo, ad esempi, il caso dell’Indonesia. 

Quanto avvenuto in Argentina, con il crollo della borsa e del peso argentino, è un case study significativo per l’asset class. Secondo l’analista il rischio default è rimasto circoscritto all’Argentina e il rischio di contagio è praticamente evaporato nel giro di due sessioni di trading.

Il caso argentino, ha concluso Spencer Rodriguez, Analyst, Emerging Markets Group, TCW, è una dimostrazione dell’importanza della diversificazione all’interno dell’asset class. 

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