Negli ultimi giorni Alastair Reynolds – Portfolio Manager di Martin Currie (Gruppo Legg Mason), ha diffuso un’interessante analisi condividendo alcuni spunti interpretativi del perché i mercati emergenti sono in ripresa.
È d’altronde evidente che, dopo una seconda metà del 2018 piuttosto deludente, il primo trimestre 2019 sia stato un periodo soddisfacente per gli investitori, con l’indice MSCI Emerging Markets che – tra l’altro – ha guadagnato il 9,9% in termini di dollari statunitensi. Si tenga conto che, nello stesso frangente, la volatilità dei corsi azionari è diminuita, grazie ad un mix di fattori determinato in parte dal calo delle aspettative sui tassi di interesse, e dall’altra sui colloqui più positivi tra Cina e Stati Uniti.
L’analista ricorda infatti come a partire dallo scorso mese di novembre i mercati abbiano osservato un’inversione sulle aspettative di aumento tassi negli USA, attestandosi su un modello di incertezza sulle misure della Fed. Nelle sue comunicazioni, l’istituto centrale USA ha evidenziato una crescita più lenta e una maggiore incertezza politica, aprendo a una pausa nel rialzo dei tassi Fed che, combinata con inflazione bassa nella maggior parte dei Paesi emergenti, dovrebbe consentire alle banche di tali mercati di abbassare i tassi nel 2019.
Cina e indice MSCI
In tale contesto, Legg Mason rammenta come l’MSCI ha recentemente annunciato un incremento del peso delle A shares cinesi negli indici MSCI.
Nel dettaglio, gli incrementi avverranno in tre fasi nel 2019, e dovrebbero portare il peso di tali azioni dallo 0,7% di oggi al 3,3% di novembre 2019. Contestualmente, il governo cinese ha pubblicato le sue previsioni economiche per il 2019, indicando un rallentamento della crescita economica dal 6,5% al 6%, e annunciando una serie di tagli fiscali che sono finalizzati a stimolare l’economia domestica. Tale flusso macro positivo, arriva poi in un momento in cui le previsioni per le società dei mercati emergenti (e non) sono riviste al ribasso. In tale contesto incerto la maggior parte delle società dei mercati emergenti hanno rilasciato i risultati finanziari del 2018 nelle ultime settimane del trimestre, e i risultati di ogni società hanno giocato un ruolo importante nel determinare i risultati delle performance nel corso di questo primo trimestre.
Previsioni
Per quanto infine concerne le previsioni, l’analista sottolinea come vi siano alcuni eventi a breve termine che potrebbero impattare sulle prestazioni dei mercati emergenti nel secondo trimestre. Tra i principali ci sono i colloqui Cina – Stati Uniti, le elezioni in India, la stabilizzazione dell’attività economica in Cina e a livello globale.
Da questi spunti potrebbero arrivare degli effetti favorevoli sui mercati emergenti e, anche se nulla può esser dato per scontato, Legg Mason si definisce entusiasta “della potente combinazione data dall’adozione della tecnologia, dell’urbanizzazione e della crescita del settore dei servizi che è evidente nei mercati emergenti. Riteniamo che un approccio altamente selettivo e orientato ai singoli titoli continuerà a fare la differenza, permettendo l’accesso a società ad elevata redditività sul capitale, che operano in settori strutturalmente in crescita”.
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