Huawei si è detta particolarmente ottimista sulla possibilità di raggiungere un fatturato pari a 100 miliardi di dollari. Un’affermazione giunta per opera del presidente Eric Xu, proprio nel giorno dell’incontro tra Xi Jinping e Donald Trump al G20 di Buenos Aires, a suggellare – forse – un momento non proprio propizio.
Nel corso di un’intervista rilasciata dal top manager alla Cnbc, Xu ha rilevato in particolar modo come il business stia segnando una crescita leggermente superiore al previsto, e che non ci saranno problemi nel raggiungere la soglia dei 100 miliardi di dollari di fatturato nel corso del 2018.
Dunque, dopo i 92,5 miliardi di dollari conseguiti nel 2017, nei primi sei mesi del 2018 la società di Shenzhen ha chiuso metà anno con 49 miliardi di dollari di ricavi, grazie alla buona spinta della divisione consumer, e al suo interno il comparto della telefonia mobile.
Ad ogni modo, ottimismo a parte, qualche ombra sembra stagliarsi all’orizzonte nel percorso di Huawei. Negli scorsi giorni, stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, nelle ultime settimane l’esecutivo statunitense avrebbe avviato una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei più stretti Paesi alleati, come l’Italia, per boicottare i device di Huawei.
L’amministrazione Trump ha giustificato questa decisione sulla base di non meglio precisati rischi sulla sicurezza nazionale, dovuti a stretti rapporti che intercorrono tra Pechino e la multinazionale asiatica. Multinazionale che, dal canto suo, non ha perso tempo nel fronteggiare tali accuse, affermando di essere” sorpresa dai comportamenti del governo Usa descritti nell’articolo” e affermando poi che “prodotti e soluzioni Huawei sono ampiamente usati in oltre 170 Paesi in tutto il mondo […] ci scelgono perché si fidano pienamente”. Insomma, per Trump e i suoi Huawei rappresenta un’arma attraverso cui il governo di Pechino può controllare il mondo.
Dalle parti della società cinese infondono comunque una discreta serenità. Xu ha ad esempio affermato che “senza Huawei gli Stati Uniti potrebbero non vincere la partita del 5G (…) Non abbiamo la possibilità di servire i consumatori statunitensi con soluzioni e servizi 5G, quindi il mercato statunitense è un mercato senza piena concorrenza”. In tale scenario, ha poi proseguito Xu, “non sono sicuro che possano davvero raggiungere il loro obiettivo di diventare il numero uno al mondo nel 5G”.
Dichiarazioni che, forse, accenderanno nuove tensioni tra le parti…
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