L’OPEC ha stimato la propria domanda di greggio in calo, e in misura ancora più rapida di quanto avesse precedentemente previsto per il 2019. Per l’organizzazione, infatti, il rallentamento dell’economia globale finirà con l’aggravare la domanda, mentre l’aumento dell’offerta da parte dei principali concorrenti dovrebbe fare il resto.

I dati pubblicati nel report mensile del cartello sottolineano inoltre il motivo per cui l’Arabia Saudita e alcuni altri membri stiano nuovamente parlando di tagliare la produzione di greggio. I dati potrebbero sostenere le loro argomentazioni a favore di una significativa riduzione dell’offerta prima di un incontro cruciale a Vienna, in previsione per il mese prossimo, con una mossa che richiama evidentemente alla memoria quanto già fatto in tempi recenti.

Tornando al dossier, l’appetito globale per il greggio del gruppo dovrebbe essere di circa 31,5 milioni di barili al giorno nel 2019, stima l’OPEC, ovvero 500.000 barili al giorno in meno rispetto alle previsioni di appena due mesi fa e circa 1,4 milioni in meno della produzione attuale.

Il segretario generale dell’OPEC, Mohammad Barkindo, ha dichiarato ieri che la rinascita dell’offerta non OPEC comincia a sembrare “allarmante”, aggiungendo di aver notato la necessità per il gruppo e per i suoi alleati di accordarsi su un taglio di 1 milione di barili al giorno da deliberare in occasione del meeting di dicembre. Nessuna decisione di ridurre l’offerta è invece stata assunta durante il fine settimana.

Ricordiamo come il gruppo abbia scritto un comunicato nel quale precisa che sebbene il mercato del petrolio abbia raggiunto un livello di equilibrio, le previsioni per il 2019 per la crescita dell’offerta non OPEC indicano volumi più elevati che superano l’espansione della domanda mondiale di petrolio, portando ad ampliare l’offerta in eccesso sul mercato.

Le previsioni di crescita dell’offerta non OPEC nel 2019 sono state dunque aumentate di 120.000 barili al giorno, e ciò nonostante le prospettive di produzione per Canada, Cina, Brasile e Messico siano state tutte riviste al ribasso. Gli Stati Uniti sono tra le nazioni che dovrebbero guidare la crescita dell’offerta al di fuori dell’OPEC, con la rinnovata convenienza per lo shale oil.

Allo stesso tempo, la previsione di crescita della domanda petrolifera mondiale è stata ridotta di 70.000 barili al giorno, in quanto diverse turbolenze dovrebbero incidere sulla salute delle economie di mercato emergenti. L’area non OCSE sta affrontando aggiustamenti economici di varia natura, e permangono incertezze sullo stato di salute generale dell’economia mondiale.

La produzione di greggio dell’OPEC è aumentata di 127.000 barili al giorno in ottobre, secondo le stime esterne del gruppo. I maggiori incrementi sono stati registrati dagli Emirati Arabi Uniti e dall’Arabia Saudita, mentre l’offerta iraniana ha continuato a scendere.

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