Le elezioni brasiliane si sono conclude con l’esito più previsto: il candidato del Partito Social Liberale Jair Bolsonaro ha vinto il secondo turno delle presidenziali con il 55% dei voti, superando il candidato del Partito dei Lavoratori, Fernando Haddad.

A questo punto, ci si domanda quali potrebbero essere le conseguenze per i mercati finanziari, ben sapendo che l’agenda economica del neopresidente sembra essere molto favorevole per loro, con tagli fiscali, semplificazioni burocratiche, privatizzazioni di aziende statali, riforma delle pensioni.

Naturalmente, non è affatto detto che i mercati reagiranno con particolare impulso positivo (anche perché, in fin dei conti, l’esito di questa tornata elettorale era sostanzialmente già scontato): molto dipenderà, come sottolinea in un recente commento Verena Wachnitz, gestore del fondo T. Rowe Price Latin American Equity, dal modo con cui Bolsonaro riuscirà effettivamente a far approvare le riforme, e non tanto dalle sue buone intenzioni.

Guai, in tal senso, a pensare che Bolsonaro avrà vita facile. Il neo presidente ha infatti solamente il 10% dei seggi nella Camera dei Deputati e il 5% al Senato. Per poter ottenere un risultato positivo, il neo presidente dovrà pertanto attirare a sé i partiti brasiliani di centro, che sebbene abbiano già lasciato intendere di essere disponibili a lavorare con il governo, intuibilmente vorranno anche qualche concessione da parte di Bolsonaro.

Ci sono, comunque, anche delle buone e incoraggianti notizie per Bolsonaro. Non bisogna infatti dimenticare, ad esempio, che l’amministrazione uscente guidata da Temer si è già portata molto avanti in termini di riforme, revisionando il mercato del lavoro, eliminando alcuni benefici fiscali, riformando la spesa e le società a proprietà statali.

Se la crescita economica dovesse migliorare proprio grazie agli interventi di Bolsonaro, tutto ciò – unitamente alla bassa inflazione e ai bassi tassi di interesse – potrebbe determinare un contesto positivo per la crescita degli utili, soprattutto per quelle società che risultano essere esposte a livello domestico nei settori finanziari e in quello dei consumi. Le valutazioni rimangono ancora attraenti rispetto alle medie storie di lungo termine, con gli utili che sono ancora ciclicamente ridotti, determinando così uno scenario positivo per i titoli azionari.

Come sottolinea ancora T. Rowe Price, la mancanza di una riforma delle pensioni entro la fine del prossimo anno, e un forte calo della crescita economica cinese o una recessione globale, rappresentano i principali rischi per il mercato brasiliano.

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