Secondo quanto afferma un recente dossier JPMorgan Chase & Co., le azioni dei mercati emergenti sono destinate a recuperare fino al 15 per cento del proprio valore di capitalizzazione nei prossimi sei mesi, mentre gli asset dei Paesi in via di sviluppo riusciranno a colmare il divario di performance con i loro paragoni statunitensi.
In particolare, stando a quanto suggerito da JPMorgan, i principali rischi macroeconomici, come la guerra commerciale, sono in gran parte valutati in base alla classe di attività. Nel frattempo, la crescita dei Paesi in via di sviluppo sembra essere sulla buona strada per convergere con l’espansione economica del mondo sviluppato prevista per l’anno prossimo – dichiara Marco Kolanovic, responsabile globale della banca per la ricerca macro quantitativa e sui derivati, in un’intervista rilasciata giovedì su Bloomberg TV.
Kolanovic rammenta come la strategia cross-asset di JP Morgan si stia spostando sugli emergenti con gradualità, dopo esser stata all-in sugli Stati Uniti nel primo semestre. “Il sentimento è ribassista, ma riteniamo che questo consenso estremo rappresenti un’opportunità”, ha dichiarato Kolanovic, giustificando dunque una immediata allocazione sugli emergenti.
Con l’occasione, ricordiamo come l’indice S&P 500 abbia superato di 21 punti percentuali l’indice dei mercati emergenti di MSCI quest’anno, mentre i Paesi in via di sviluppo sono stati posti sotto pressione da un dollaro forte, dall’aumento dei tassi di interesse statunitensi e dall’acuirsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Kolanovic ha tuttavia precisato di attendersi un’inversione di tendenza.
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