Anche se il mondo sembra essere preoccupato dall’escalation di tensioni tra Stati Uniti e Cina, c’è almeno un’altra relazione pronta a scoppiare: quella tra Canada e Arabia Saudita.

L’Arabia Saudita ha infatti sospeso i legami diplomatici e i nuovi rapporti commerciali con il Canada in risposta alla richiesta del Canada di liberare alcuni attivisti per i diritti delle donne. Come reazione, l’Arabia Saudita ha richiamato l’ambasciatore a Ottawa e ha ordinato che l’inviato canadese a Riyadh partisse entro 24 ore, stando a quanto afferma una dichiarazione del ministero degli Esteri. Il Canada sta “cercando di ottenere maggiore chiarezza” sulla questione, ha detto una portavoce del ministro degli esteri Chrystia Freeland.

In particolare, il ministero degli Esteri saudita ha citato alcune osservazioni compiute la scorsa settimana da Freeland e dall’ambasciata canadese a Riyadh, che criticavano gli arresti di alcuni attivisti per i diritti delle donne, tra cui Samar Badawi, una cittadina canadese il cui fratello Raif Badawi, un blogger che criticava il governo, era già in prigione.

Le dichiarazioni del Canada – si legge nelle dichiarazioni del ministero – sono “un affronto al regno che richiede una risposta acuta per impedire a qualsiasi parte di tentare di interferire con la sovranità saudita”.

Sotto il principe Mohammed, figlio di Re Salman, l’Arabia Saudita ha già reagito in modo più aggressivo del solito contro quei Paesi che percepisce come troppo interessati ai prpori affari interni. In poco più di un anno, il regno ha infatti guidato una coalizione di quattro Paesi che ha reciso i legami con il vicino Qatar, ha richiamato l’ambasciatore in Germania e ha ridotto i rapporti commerciali con alcune aziende tedesche. Il Paese è anche stato largamente accusato di costringere il primo ministro libanese Saad al-Hariri a dimettersi (un’accusa comunque sempre negata).

“La rottura delle relazioni diplomatiche saudite con il Canada sottolinea come la nuova Arabia Saudita che Mohammed bin Salman sta mettendo insieme non sia assolutamente in grado di tollerare alcuna forma di critica nei confronti della gestione dei suoi affari interni” – ha dichiarato Kristian Ulrichsen, del Baker Institute for Public Policy della Rice University in Texas.

La politica estera saudita ha iniziato a cambiare quando Re Salman è succeduto al suo defunto fratello Abdullah nel 2015, posizionando suo figlio come il principe più potente del regno. Come ministro della difesa, il principe Mohammed è anche responsabile del coinvolgimento militare del regno nello Yemen contro i ribelli sostenuti dall’Iran. Sotto i precedenti leader, il regno aveva in buona parte scelto la strada diplomatica, basandosi principalmente sulla sua forza finanziaria per ottenere influenza nella macro area.

Ora le cose sembrano essere cambiate. Sebbene due mesi fa le donne saudite abbiano iniziato a esercitare il diritto di guidare un’auto, alcuni dei più importanti attivisti per i diritti delle donne del Paese – compresi alcuni che hanno combattuto per anni proprio per poter far esercitare il diritto alla guida – sono stati arrestati all’inizio del 2018 per motivi di “sicurezza nazionale”.

“Siamo seriamente preoccupati da questi resoconti dei media e chiediamo maggiore chiarezza sulla recente dichiarazione del Regno dell’Arabia Saudita”, ha detto in una email Marie-Pier Baril, portavoce di Freeland. “Il Canada difenderà sempre la protezione dei diritti umani, compresi i diritti delle donne e la libertà di espressione in tutto il mondo. Il nostro governo non esiterà mai a promuovere questi valori e crede che questo dialogo sia fondamentale per la diplomazia internazionale”.

Per quanto concerne le relazioni commerciali, dall’inizio dell’anno il Canada ha esportato in Arabia Saudita già 1,4 miliardi di dollari di beni e ha importato 2 miliardi di dollari di prodotti, con conseguente deficit di circa 600 milioni di dollari, secondo i dati di Statistics Canada.

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