I produttori OPEC e gli alleati russi hanno affermato che il mercato del greggio si è riequilibrato nel corso del mese di aprile, quando i tagli alla produzione hanno raggiunto l’obiettivo principale di eliminare l’avanzo globale.
L’eccesso di scorte di petrolio, che ha pesato sui prezzi per tre anni, è precipitato in aprile a un livello inferiore alla media quinquennale delle scorte nei Paesi sviluppati e, ora, è molto probabile che il riequilibrio sarà sicuramente al centro di un incontro tra l’OPEC e i suoi partner avente ad oggetto i tagli di produzione.
In attesa di ciò (il meeting è previsto a Vienna il prossimo mese), i più importanti produttori – Arabia Saudita e Russia – hanno annunciato la scorsa settimana che i fornitori potrebbero incrementare la produzione nella seconda metà dell’anno: una proposta che però non sembra trovare il giusto consenso, tanto da far riflettere sulla divergenza di effettivi interessi tra i due “leader” e la restante parte OPEC.
Tornando alle ragioni del riequilibrio, il Comitato tecnico congiunto ha stabilito che le scorte detenute dalle nazioni sviluppate siano scese a circa 20 milioni di barili al di sotto della propria media quinquennale, con un calo totale di circa 360 milioni di barili dall’inizio del 2017. Il declino è dovuto alla maggiore aderenza dei produttori ai tagli promessi nella produzione – il loro tasso di conformità ha raggiunto il 152% in aprile – e alla domanda estiva di prodotti grezzi e raffinati.
La Russia e i sauditi stanno ora proponendo un aumento della produzione per compensare le perdite subite da altri membri, e in particolare dal peggioramento della fornitura venezuelana e dal potenziale calo in Iran a causa di nuove sanzioni statunitensi. Bisogna però comprendere in che modo tale proposta potrebbe giungere a concreta realizzazione, considerato che le discussioni potrebbero essere particolarmente tese e faticose.
Durante la riunione della scorsa settimana a Jeddah, il JTC ha già esaminato altri modi per valutare gli stock del petrolio, andando così a lavorare su una nuova base interpretativa. Un’opzione sul tavolo è quella di guardare a un intervallo più lungo, ovvero a una media decennale dal 2004 al 2014, mentre un altro è usare la media quinquennale ma escludere i dati dal 2015 e 2016 perché giudicati anormalmente grandi.
Anche l’Agenzia internazionale per l’energia ha dichiarato il 16 maggio scorso che finalmente l’OPEC e i suoi alleati sono riusciti a eliminare l’eccesso sul mercato, con gli stock che sono scesi al di sotto della media quinquennale per la prima volta dal 2014. Tuttavia, l’Arabia Saudita e la Russia hanno entrambi congiuntamente dichiarato che la media quinquennale è “difettosa”. Anni di forniture eccessive significano che la misura è di per sé superiore al normale, mentre la natura frammentaria dei dati al di fuori dell’OCSE rende difficile effettuare una valutazione accurata dell’intero mercato mondiale…
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