Stando a quanto suggerisce l’Australian Department of Industry, Innovation and Science, i prezzi dell’oro dovrebbero scendere sia nel 2018 sia nel 2019, come risposta ai crescenti rendimenti sui titoli del Tesoro degli Stati Uniti. I prezzi dell’oro sono dunque ora previsti in media a 1.250 dollari l’oncia nel 2018 e a 1.205 dollari nel 2019, contro una media di 1.259 dollari nel 2017.
Tuttavia, l’ADIIS avverte che nel medio termine i prezzi dell’oro potrebbero crescere più del previsto, superando le soglie sopra stimate, nel caso in cui l’inflazione dovesse aumentare più del previsto, o ancora nel caso in cui i rischi geopolitici dovessero intensificarsi, le prospettive per l’economia globale dovessero deteriorarsi o i prezzi delle azioni correggere in maniera imprevista, andando così ad alimentare la domanda per beni rifugio.
Per quanto concerne le stime su altre materie prime, ADIIS ha altresì pubblicato un dossier trimestrale nel quale riferisce di aver aggiornato le proprie previsioni sui mercati delle materie prime, prevedendo ora che i prezzi del ferro toccheranno una media di 52,60 dollari a tonnellata nel 2018, in calo da una media di 71,4 dollari nel 2017. Nel primo semestre i prezzi del ferro sono previsti ben al di sopra della media dell’intero anno, visto e considerato che la Cina dovrebbe aumenterà il suo consumo, mentre successivamente i prezzi dovrebbero scendere sotto la media dell’intero anno nella seconda metà dell’esercizio, quando la crescita dell’offerta da parte dei produttori a basso costo supererà ampiamente la crescita della domanda globale, influenzato negativamente da un rallentamento della produzione di acciaio cinese. La volatilità dei prezzi dovrebbe rimanere elevata nel primo mese dell’anno a causa dell’incertezza sull’impatto dei tagli invernali cinesi sulla domanda ferrosa.
Secondo il Dipartimento australiano, infine, le esportazioni australiane saliranno a 880 milioni di tonnellate nel 2018 e 894 milioni nel 2019, da 834 milioni nel 2017, mentre le esportazioni brasiliane saliranno a 400 milioni di tonnellate nel 2018 e 424 milioni nel 2019 da 384 milioni nel 2017. Nei prossimi due anni, le importazioni cinesi dovrebbero rimanere stabili, mentre le importazioni dovrebbero aumentare in Europa, India e Corea del Sud.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa
scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati.
Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta,
causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.
Migliori Piattaforme di Trading
Il vostro capitale è a rischio. Considera la perdita di denaro dal 51% (eToro) fino all’89% (altri fornitori) con il trading CFD.