Le borse asiatiche hanno registrato un andamento prevalentemente negativo nella giornata di martedì, nonostante i rialzi di Wall Street. Le preoccupazioni per un’escalation nel conflitto tra Russia e Ucraina continuano a pesare sugli investitori globali.
Missili a lungo raggio e tensioni nucleari
L’Ucraina ha lanciato per la prima volta missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti contro il territorio russo, segnando un’escalation significativa in quasi 1.000 giorni di conflitto. Parallelamente, il presidente russo Vladimir Putin ha ridotto la soglia per l’uso di armi nucleari, alimentando ulteriori timori sui mercati internazionali.
Andamento delle principali borse asiatiche
- Giappone: Il Nikkei 225 ha chiuso in calo dello 0,2% a 38.352,34 punti, complice il quarto mese consecutivo di deficit commerciale registrato dal Paese. Nonostante un aumento delle esportazioni del 3,1% rispetto all’anno precedente, la debolezza dello yen e i costi elevati delle importazioni di energia continuano a penalizzare l’economia.
- Cina: La Banca Centrale cinese ha mantenuto invariati i tassi di riferimento dopo aver ridotto il tasso di prestito annuale al 3,1% in ottobre. L’indice Hang Seng di Hong Kong ha guadagnato lo 0,1%, raggiungendo 19.687,10 punti, mentre lo Shanghai Composite ha chiuso a 3.979,15 (+0,1%).
- Australia e Corea del Sud: L’S&P/ASX 200 australiano ha perso lo 0,6% (8.326,30 punti), mentre il Kospi sudcoreano ha registrato un progresso dello 0,4% (2.482,29 punti).
Un’eccezione degna di nota è rappresentata da Seven & i Holdings Co., proprietaria di oltre 80.000 negozi 7-Eleven nel mondo, le cui azioni sono balzate dell’8,4%. La notizia di un piano della famiglia fondatrice per raccogliere oltre 8.000 miliardi di yen (circa 52 miliardi di dollari) e privatizzare la società entro l’anno fiscale ha alimentato l’entusiasmo degli investitori.
Wall Street e i riflessi globali
A Wall Street, l’S&P 500 ha guadagnato lo 0,4%, cancellando una flessione iniziale dello 0,7%, chiudendo a 5.916,98 punti. Anche il Nasdaq ha mostrato un incremento dell’1%, raggiungendo 18.987,47, grazie soprattutto al balzo del 4,9% di Nvidia. L’azienda di semiconduttori, protagonista della rivoluzione tecnologica dell’intelligenza artificiale, ha quasi triplicato il valore delle sue azioni nel 2023.
Il Dow Jones, invece, ha chiuso in calo dello 0,3%, trascinato dalle deludenti performance di Lowe’s (-4,6%) e Home Depot (-0,9%), influenzate dai dati negativi sulla costruzione di nuove abitazioni.
Fuga verso i beni rifugio e materie prime
I crescenti timori geopolitici hanno spinto gli investitori verso asset considerati sicuri come i titoli di Stato statunitensi e l’oro:
- Il rendimento dei Treasury decennali è sceso al 4,39% (dal 4,41% di lunedì).
- L’oro ha recuperato lo 0,6%, beneficiando della maggiore domanda durante i periodi di incertezza globale.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio è rimasto relativamente stabile. Il greggio statunitense ha registrato un lieve aumento di 15 centesimi, portandosi a 69,39 dollari al barile, mentre il Brent ha chiuso a 73,41 dollari (+0,1%).
Il dollaro (USD) si è rafforzato contro lo yen, salendo a 155,47 yen rispetto ai 154,54 del giorno precedente. L’euro, invece, si è leggermente indebolito, scendendo a 1,0588 dollari.
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