Le azioni cinesi sono crollate mercoledì, con il principale indice di Shanghai in calo del 6,6% e Hong Kong in discesa dell’1,5%, mentre la maggior parte dei mercati globali ha registrato un andamento positivo.
Le borse europee hanno aperto piatte. Il CAC 40 francese è salito dello 0,2% a 7.538,08, e il DAX tedesco è rimasto pressoché invariato a 19.070,69. Il FTSE 100 britannico è aumentato dello 0,5% a 8.227,54.
I futures per l’S&P 500 sono scesi dello 0,3% e quelli per il Dow Jones Industrial Average sono calati dello 0,2%.
I dettagli dei piani di stimolo economico presentati dai funzionari di Pechino non sono stati all’altezza delle aspettative elevate, che si erano create dopo l’annuncio da parte della banca centrale e di altre agenzie governative di varie politiche volte a rilanciare il settore immobiliare in difficoltà e a stimolare una crescita economica più rapida.
L’indice Shanghai Composite ha perso il 6,6% a 3.258,86, dopo essere salito del 4,6% martedì alla riapertura dopo una settimana di ferie nazionali. L’indice CSI 300, che segue le 300 principali azioni scambiate nei mercati di Shanghai e Shenzhen, ha ceduto il 7,1%.
Il principale indice del più piccolo mercato di Shenzhen è sceso dell’8,7%.
L’indice Hang Seng di Hong Kong ha perso l’1,5%, a 20.618,79. Ciò ha fatto seguito a un crollo di oltre il 9% avvenuto martedì.
Il governo ha fissato un obiettivo di crescita annua di circa il 5% per quest’anno, ma l’economia è cresciuta solo del 4,7% nell’ultimo trimestre, e gli economisti hanno rivisto al ribasso le loro stime per l’intero anno.
Le misure annunciate a fine settembre avevano alimentato un rally che si è poi affievolito. Tuttavia, gli analisti hanno osservato che una conferenza stampa di martedì dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo e la Riforma, principale ente di pianificazione della Cina, difficilmente avrebbe fornito molte informazioni sulla spesa governativa, che è di competenza del Ministero delle Finanze.
Tale ministero terrà una conferenza sabato che potrebbe fornire ulteriori dettagli sui piani di spesa governativa, che finora sono stati inferiori a quanto sperato dagli investitori.
“La mancanza di nuovi stimoli è stata la causa della delusione, con molti partecipanti al mercato che speravano che le politiche fiscali seguissero le orme della ‘bazooka’ finanziaria lanciata a fine settembre, ma l’annuncio di ieri ha chiaramente segnato un passo indietro” ha affermato Yeap Jun Rong di IG in un commento.
Il Shanghai Composite è ancora in rialzo del 5,2% rispetto a un anno fa e di oltre il 10% negli ultimi tre mesi. L’indice di Hong Kong è aumentato di quasi il 18% rispetto a un anno fa.
A Tokyo, l’indice Nikkei 225 è salito dello 0,9% a 39.277,96. Le azioni del rivenditore giapponese Seven & i Holdings sono aumentate del 4,7% dopo che i media hanno riportato che l’operatore canadese di minimarket Alimentation Couche-Tard aveva aumentato la sua offerta di acquisto di circa il 20%.
La Camera bassa del parlamento giapponese è stata sciolta mercoledì per preparare il terreno alle elezioni generali del 27 ottobre. Il primo ministro Shigeru Ishiba spera di consolidare il sostegno dopo aver assunto l’incarico la scorsa settimana, tra i segnali che la coalizione di governo guidata dai Liberal Democratici rimane instabile dopo che il suo predecessore, Fumio Kishida, si è dimesso a causa di una serie di scandali tra i parlamentari del partito.
L’S&P/ASX 200 dell’Australia è aumentato dello 0,1% a 8.187,40. I mercati della Corea del Sud sono rimasti chiusi per una festa nazionale.
Martedì, l’S&P 500 è aumentato dell’1% e il Dow è salito dello 0,3%. Il Nasdaq ha guadagnato l’1,4%.
Il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni è sceso leggermente al 4,02% dal 4,03% di lunedì sera. Il rendimento a due anni, che segue più da vicino le aspettative su cosa farà la Federal Reserve con i tassi di interesse a breve termine, è sceso al 3,96% dal 3,99% di lunedì, sebbene rimanga vicino al livello più alto da agosto.
I prezzi del petrolio hanno esteso i guadagni poiché martedì Hezbollah ha lanciato un altro attacco di razzi su Israele, aumentando le preoccupazioni per le crescenti tensioni in Medio Oriente. Il greggio statunitense di riferimento è salito di 25 centesimi a 73,82 dollari al barile. Il Brent, lo standard internazionale, è aumentato di 32 centesimi a 77,50 dollari al barile.
Nel mercato valutario, il dollaro statunitense è salito a 148,56 yen giapponesi rispetto ai 148,20 yen. L’euro è sceso da 1,0961 a 1,0970 dollari.
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