Le indicazioni arrivate dalla sessione asiatica dell’oro hanno ribadito il trend rialzista sul metallo giallo che era già emerso a fine dicembre. Il gold ha infatti segnato un leggero rialzo nelle contrattazioni asiatiche, guadagnando 8 dollari nella giornata di ieri. Secondo molti analisti questa sarebbe solo una ulteriore avvisaglia di un possibile nuovo apprezzamento del valore del metallo giallo in scia agli attesi sviluppi geopolitici. Infatti proprio in vista della guerra legata ai dazi, ci potrebbe essere un ulteriore aumento degli acquisti da parte degli investitori con conseguente rialzo delle quotazioni oro che, per la cronaca, sono già da tempo sulla cresta dell’onda.
Una prospettiva simile andrebbe ad infiammare i trader che hanno attivato strategie bullish sull’oro anche attraverso strumenti di tipo derivato come i CFD che permettono di operare a leva speculando sia al rialzo (long trading) che al ribasso (short trading).
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Dazi e tensioni: una tempesta annunciata
L’introduzione di nuovi dazi da parte dell’amministrazione Trump, prevista a partire dal 20 gennaio, è ormai scontata dai mercati. Tuttavia, ciò che resta ancora incerto è la risposta delle nazioni colpite e le potenziali misure di ritorsione. Nessuno si aspetta che i paesi presi di mira rimangano passivi, ma l’intensità e la natura delle contro-misure potrebbero innescare una prolungata battaglia economica, alimentata da scontri verbali sui social media e da titoli sensazionali sui media globali. Insomma la classica situazione di alta incertezza che creerebbe non poco dinamismo sul mercato del gold.
Il caso Canada: ritorsioni anticipate
Una prima avvisaglia delle estreme conseguenze che una guerra commerciale è in grado di generare si è già avuta in Canada dove il primo ministro Justin Trudeau ha rassegnato le sue dimissioni su pressioni non solo dei partiti di opposizione ma del suo stesso schieramento. Ebbene stando ad una serie di indiscrezioni di stampa riportate dalla stampa canadese, il premier avrebbe fatto un passo indietro proprio in vista dell’apertura delle ostilità commerciali con gli Usa. Sempre secondo i rumors, il Canada starebbe addirittura considerando la possibilità di pubblicare anticipatamente una lista di prodotti statunitensi che potrebbero essere soggetti a dazi di ritorsione, nel caso in cui Trump dovesse passare dalle parole ai fatti imponendo dazi del 25 per cento su tutti i prodotti canadesi.
Una eventuale mossa preventiva da parte del Canada verrebbe però percepita come un atto di aggressione dagli Stati Uniti inasprendo ancora di più i rapporti tra i due paesi già di loro destinati a diventare molto difficili.
Nuove tensioni geopolitiche con la Cina
Come abbiamo anticipato in precedenza, se gli investitori si stanno preparando a comprare oro in modo massiccio, è perchè si sta prospettando una recrudescenza della tensione geopolitica a livello globale per effetto dei dazi americani.
Spostandoci dai rapporti tra Usa e Canada a quelli tra Usa e Cina, il Dipartimento della Difesa degli States ha aggiunto Tencent alla lista delle aziende cinesi con legami militari operanti negli Usa. Questa mossa ha sorpreso la società le cui azioni sono crollate di oltre 7 punti percentuali nella seduta di borsa di ieri. La mossa degli Stati Uniti non può essere annoverata tra le misure commerciali, tuttavia non fa altro che incrementare la tensione con Pechino che vede una cattiva fede da parte dell’amministrazione Usa.
I cinesi si stanno preparando al peggio. Se Trump dovesse anche qui passare dalle parole ai fatti introducendo dazi pesanti, la Cina potrebbe svalutare lo yuan (RMB) e al tempo stesso intensificare i legami commerciali con altre nazioni. Del resto di recente la Cina ha siglato alcuni collaborazioni con altri paesi come il Messico che potrebbero subire il giro di vita degli Usa sui dazi. Insomma si sta andando a creare un fronte per provare a contenere la possibile furia di Trump e questo altro non è che un ulteriore chiaro segnale che oramai tutti danno per assodata una guerra commerciale globale. La questione che resta aperta è solo l’intensità.
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Quali prospettive per i trader dell’oro
Il Washington Post ha riportato che i collaboratori di Trump stavano considerando dazi universali solo su importazioni critiche, anziché su tutti i beni. Neppure il tempo che questo approccio da colombe si diffondesse che Trump ha rapidamente smentito tutto. Lasciando perdere le parole, è però innegabile che una versione più contenuta della guerra commerciale, potrebbe rappresentare un segnale positivo per i mercati a lungo termine.
Nel breve termine, però, l‘annuncio di possibili ritorsioni da parte del Canada e la crescente incertezza geopolitica per forza di cose spingeranno gli investitori a cercare rifugio nell’oro. In uno scenario di crescenti tensioni commerciali e forte volatilità, i prezzi dell’oro potrebbero nuovamente spingersi verso i 2800 dollari l’oncia. Il consolidamento del trend al rialzo favorirebbero ovviamente i trader bullish. A voler essere precisi, più sarà l’incertezza e maggiori saranno le probabilità che il prezzo dell’oro possa salire ancora.
Per non perdere questo treno, i trader interessati possono operare con strumenti derivati come i CFD speculando sulle differenze di prezzo. L’acquisto di oro fisico, infatti, pone il problema della custodia, mentre con i Contratti per Differenza si può operare a leva senza il possesso del sottostante. I CFD oro sono disponibili su tutti i migliori broker online a partire da eToro che mette sempre a disposizione un conto demo gratuito per imparare ad operare senza correre il rischio di perdere soldi veri.
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