Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha invitato la nuova amministrazione degli Stati Uniti a mettere fine alle sanzioni sulle aziende tecnologiche cinesi, ponendo altresì alcune condizioni per la cooperazione tra Stati Uniti e Cina nel prossimo futuro.
Ricordiamo infatti che, sulla base di presunte preoccupazioni di sicurezza nazionale, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump avesse sanzionato decine di aziende cinesi negli ultimi tre anni. Tra di esse spicca il nome del gigante cinese delle telecomunicazioni, Huawei, che a causa delle restrizioni imposte da Washington è precipitata dal numero uno dei venditori di smartphone a livello globale al sesto posto, lo scorso anno.
Ora, la Cina vorrebbe che gli Stati Uniti fossero pronti a rimuovere le tariffe e le sanzioni sulle aziende, e “abbandonassero la soppressione irrazionale del progresso tecnologico della Cina, in modo da creare le condizioni necessarie per la cooperazione tra Cina e Stati Uniti“, ha detto Wang, secondo una traduzione ufficiale in inglese condivisa dal ministero degli Esteri.
Wang ha anche chiesto agli Stati Uniti di sostenere gli studenti internazionali cinesi e di rimuovere le restrizioni sui gruppi culturali e sui media in America.
Le tensioni tra i due Paesi sono accelerate sotto l’amministrazione Trump, che ha cercato di utilizzare dazi e blacklist per affrontare le lamentele commerciali di lunga data sulla mancanza di protezione della proprietà intellettuale della Cina, i requisiti per il trasferimento forzato di tecnologia e il dominio dello Stato nei mercati.
Sebbene non sia ancora chiaro quale direzione il nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden possa prendere, quel che emerge dalle evidenze è che per il momento il nuovo inquilino della Casa Bianca ha mantenuto un tono fermo. Biden ha detto agli alleati europei che “dobbiamo prepararci alla competizione strategica a lungo termine con la Cina“, mentre la scorsa settimana, il segretario al Tesoro Janet Yellen ha dichiarato che le tariffe dell’era Trump rimarranno in vigore e che qualsiasi cambiamento dipenderà dall’adesione della Cina agli impegni dell’accordo commerciale.
A questo punto, gli analisti internazionali si aspettano che Biden ponga maggiore enfasi sulle questioni relative ai diritti umani come Hong Kong, Xinjiang e Tibet.
Tuttavia, Wang ha già ribadito che quelle regioni fanno parte degli “affari interni” della Cina e che le relazioni con gli Stati Uniti possono migliorare solo se la posizione di Pechino viene rispettata.
Dal canto suo, l’ambasciatore cinese negli Stati Uniti, Cui Tiankai, ha commentato sostenendo che Pechino e Washington devono definire i confini della loro politica estera.
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