Con l’incremento del livello di incertezza globale, un numero sempre maggiore di aziende straniere sta investendo in Cina.
Ad occuparsi di questo “attacco” all’economia e alla finanza cinese è un recente report della CNBC, che nota come un dossier da parte di Rhodium pochi giorni fa abbia sottolineato come negli ultimi 18 mesi siano stati registrati livelli di M&A (fusioni e acquisizioni) straniere in Cina mai viste nel decennio precedente.
“La maggior parte di questa attività è stata guidata da aziende americane ed europee che hanno approfittato di limiti di proprietà straniera più permissivi o hanno scommesso sulla domanda dei consumatori cinesi“, si legge nel rapporto, che richiama dunque alla mente il fatto che nel corso degli anni il governo cinese abbia gradualmente incrementato i settori in cui le imprese straniere possono operare, eliminando o attenuando le restrizioni alle attività estere interamente di proprietà.
Interesse per la Cina: un netto contrasto rispetto al contesto internazionale
Non sfugge, peraltro, come il crescente interesse commerciale per la Cina sia in netto contrasto con un contesto geopolitico sempre più teso. Da quando l’amministrazione USA del presidente Donald Trump ha iniziato ad aumentare la pressione sulla Cina, con applicazione di nuove tariffe circa due anni fa, e con una campagna di particolare tensione che si è protratta negli anni, e accentuata in tempi più recenti, quando gli USA hanno attribuito gravi colpe a Pechino sulla gestione della pandemia.
Lo shock economico delle restrizioni all’attività commerciale indotte dalle reazioni alla pandemia ha poi causato una contrazione del prodotto interno lordo sia negli Stati Uniti che in Cina nel primo trimestre. Molti economisti prevedono che il PIL degli Stati Uniti diminuirà di oltre il 40% nel secondo trimestre, mentre quello della Cina registrerà comunque una certa crescita, in vista di una ripresa nel corso dell’anno.
Ebbene, in questo contesto le aziende cinesi stanno investendo meno all’estero, anche se comunque i dati ufficiali evidenziano come gli investimenti esteri siano pur sempre aumentati del 7,5% rispetto a un anno fa, a maggio, a 68,63 miliardi di yuan (9,87 miliardi di dollari).
Dove stanno investendo le aziende straniere in Cina?
In realtà, le linee di investimento sono numerose. Nel suo dossier Rhodium cita ad esempio Volkswagen, che sta acquistando una partecipazione del 26% nel produttore cinese di batterie Guoxuan High-Tech per 1,2 miliardi di dollari, e sta prendendo il controllo della sua joint venture con Anhui Jianghuai Automotive per 1,1 miliardi di dollari.
Ancora, Pepsi sta investendo 700 milioni di dollari per acquistare il marchio cinese Be & Cheery, mentre J.P. Morgan sta assumendo il pieno controllo della sua joint venture con Anhui Jianghuai Automotive per circa 1 miliardo di dollari.
Insomma, dopo un lungo periodo di chiusura dei propri mercati da parte della Cina, sembra che le opportunità di investimento delle imprese occidentali siano diventando sempre più intense.
La Cina può peraltro rappresentare un’opportunità unica per le imprese in cerca di crescita in questo momento.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa
scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati.
Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta,
causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.
Migliori Piattaforme di Trading
Il vostro capitale è a rischio. Considera la perdita di denaro dal 51% (eToro) fino all’89% (altri fornitori) con il trading CFD.