La Cina è stato il primo Paese ad essere duramente colpito dalla pandemia da nuovo coronavirus, ed è stato anche il primo Paese ad allentare le misure di contenimento e a tornare ad una parvenza di normalità. È anche per questo motivo che le azioni cinesi stanno oggi dando seguito a una serie di prestazioni migliori di quelle di tanti altri listini in giro per il mondo, attraendo nuovi investitori, anche italiani.

È anche evidente, afferma una interessante nota a cura di Kristjan Mee, Strategist, Research and Analytics di Schroders, pubblicata poche ore fa, che una strategia di investimento non dovrebbe basarsi solamente sugli sviluppi di breve termine, considerato anche che ci stiamo muovendo in un contesto estremamente complicato, in cui è difficile fare previsioni con ragionevole probabilità.

Ad ogni modo, per gli analisti di Schroders ci sono tanti buoni motivi per investire nell’azionario cinese. Scopriamoli insieme.

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Le A-share cinesi

Schroders ricorda innanzitutto come le A-share cinesi abbiano recentemente fatto il loro ingresso nei principali indici, compresi quelli di MSCI, dopo un graduale processo di apertura dei mercati cinesi agli investitori stranieri.

Anche in virtù di ciò, da metà 2017 in poi la quota di A-share incluse negli indici di MSCI è cresciuta gradualmente ma.. a tale sviluppo non si è accompagnata una ottimale ed efficiente presa di posizione degli investitori. Di fatti, prosegue la nota, ad oggi solo il 20% della capitalizzazione totale di 472 titoli A-share è incluso nell’indice MSCI Emerging Markets, per una percentuale che – per quanto non certo irrilevante – è comunque considerabile come marginale se si tiene in considerazione che sono più di 3.500 le azioni quotate sulle Borse di Shanghai e Shenzhen e che il segmento STAR, lanciato nel 2019 come versione cinese del NASDAQ, è oggi totalmente escluso dagli indici MSCI, con la conseguenza che l’indice MSCI China è oggi dominato dai titoli quotati ad Hong Kong e negli Usa.

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Perché investire sulle A-shares?

Anche in virtù di quanto sopra rammentato e sintetizzato, secondo Schroders attenersi agli indici nel momento in cui si investe nell’azionario cinese potrebbe limitare l’esposizione alle opportunità. Ma perché investire nelle azioni cinesi?

I motivi individuati dall’analista sono tre:

  1. elevato livello di partecipazione degli investitori retail: gli investitori retail pesano oggi più dell’80% dei volumi di scambio medi giornalieri nel segmento delle A-share, contrariamente a quanto avviene in altri segmenti che invece sono pesantemente influenzati dagli investitori istituzionali. Considerato che gli investitori retail sono tradizionalmente meno focalizzati sui fondamentali delle aziende, e scambiano spesso i titoli basandosi sui “rumor”, le azioni possono avere degli importanti margini di sopra o sottovalutazione;
  2. i fondamentali stanno diventando sempre più importanti: nell’ipotesi in cui i mercati fossero guidati solo ed esclusivamente dalle speculazioni, potrebbe essere però difficile creare “valore”. Fortunatamente, il delle A-share sta maturando in fretta, con i fondamentali che stanno diventando sempre più importanti;
  3. il mercato delle A-share è ricco di azioni mid-cap: infine, gli analisti di Schroders ricordano come rispetto ad altri segmenti, il market cap delle A-share sia distribuito in modo più equilibrato, con una grande componente di mid-cap.

Insomma, come conseguenza di quanto sopra esplicitato, il mercato delle A-share lo rendono un’area interessante su cui allocare una parte del portafoglio, in grado di completare una più ampia esposizione ai mercati emergenti.

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