I mercati di tutto il mondo sono sempre più condizionati dagli sviluppi politici sia nell’ambito dei singoli paesi che dal punto di vista delle relazioni internazionali. Ad affermarlo è stato Filippo Lanza, gestore del fondo HI Numen Credit, Hedge Invest Sgr.
Secondo l’esperto uno degli sviluppi su cui occorre prestare maggiore attenzione è quello realtivo alle tensioni commerciali tra Usa e Cina. L’analista si attende che nella prossima fase la guerra a suon di dazi sia destinata ad essere molto più precisa. Le prossimi reazioni, secondo Lanza, agiranno come strumento di restrizione sulle importazioni e sulle esportazioni. Questo meccanismo andrà a determinare una recessione dei fatturati.
Secondo l’analisi di Filippo Lanza, la guerra commerciale altro non è che una nuova versione della guerra fredda. Questo significa che il mercato proseguirà con le sua valutazioni che scontano comportamenti di tipo razionale da parte di tutti gli attori che sono coinvolti nella vicenda.
Adottando un punto di vista più interno, l’analista si attende che in molte aree del mondo quella che viene definita come cattiva gestione politica possa finalmente venire prezzato sul mercato. Restringendo il campo alla sola Europa, Lanza ritiene che la pressione populista sia destinata ad essere più visibile in tutti nelle prossime elezioni a causa della continua inflazione degli attivi in rapporto alla stagnazione dei salari.
Altro elemento che va considerato è il progressivo emergere di una serie di punti caldi geopolitici che sono una sorta di vulcani dormienti ma pronti ad esplodere da un momento all’altro. Un esempio di quello che Lanza chiama hotspot geopolitico è la crisi in corso ad Hong Kong. Secpndo l’analista non è da escludere che l’aggravarsi della crisi possa portare del tutto fuori controllo la situazione andando a determinare un intervento massiccio delle autorità cinesi.
Secondo Hedge Invest Sgr, l’attuale politica del currency peg non aiuta il Governo cinese e di conseguenza le autorità cinesi potrebbero alla fine optare per un vero de-pegging ossia per una completa rimozione del tasso di cambio fisso. Questo avverrebbe nel caso in cui lo status speciale di Hong-Kong dovesse essere eliminato a causa di nuove proteste.
Ciò che davvero stupisce in tutta questa situazione è che fino ad alcuni mesi fa le rivolte di Hong Kong ma anche la svalutazione della moneta cinese avevano un livello bassissimo di probabilità.
Per quello che riguarda la Brexit l’analista vede crescenti probabilità di un’uscita no-deal il 31 ottobre. Visto e considerato che per quella data il governo inglese potrebbe essere in piena campagna elettorale non è escluso che accanto ad una hard Brexit posssano esserci anche elezioni anticipate. Tutto questo andrebbe a creare bel Regno Unito una crisi costituzionale che non avrebbe precedenti nella storia. Anche in questo caso si sarebbe dinanzi ad eventi che, fino a pochi mesi fa, erano considerati poco probabili. Ancora una volta la politica va a condizionare i mercati.
La conclusione di Filippo Lanza è appunto questa: ci sono diversi fattori politici che oggi influenzano in modo molto forte i mercati dando vita ad un contesto di grande incertezza. Allo stesso tempo Lanza è anche sempre meno pedrsuano della capacità dei banchieri centrali di sostenere il momentum di espansione dei multipli sui mercati azionari e di riuscire a porre in freno all’impatto sempre più forte della guerra commerciale Usa-Cina su tutti i mercati.
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