Rappresentanti cinesi e statunitensi stanno per iniziare il loro primo incontro ufficiale dal “vivo” dopo la tregua intrapresa con l’ultimo G-20, anche se nessuna delle due parti sta mostrando un senso di particolare urgenza per un accordo formale. La due-giorni di incontri, che inizierà oggi a Shanghai, è il passo successivo rispetto a una tregua nella guerra commerciale, raggiunta il mese scorso dal presidente Donald Trump e dal leader cinese Xi Jinping. Le aspettative per una risoluzione a lungo termine rimangono però basse, considerato l’elevato numero di punti all’ordine del giorno. Peraltro, Trump ha esplicitamente ricordato che la Cina potrebbe assumere un atteggiamento “politico”, con un occhio alle elezioni del 2020, mentre il consigliere economico della Casa Bianca Larry Kudlow ha detto alla CNBC di non attendersi alcun accordo alla riunione di Shanghai.
Ad ogni modo, qualcosa nelle scorse settimane è comunque successa. La Cina ritiene di aver ampliato il settore dell’olivicoltura portando avanti la promessa di riacquisto dei prodotti agricoli americani. Milioni di tonnellate di soia americana sono ad esempio stati spediti in Cina dal 19 luglio scorso – come conferma il media statale cinesi Xinhua, che ha evidenziato come molte aziende cinesi abbiano fatto richieste di informazioni e di preventivi ai fornitori statunitensi la scorsa settimana per l’acquisto di soia, cotone, maiale e sorgo. A questo punto, la Cina desidera evidentemente che gli Stati Uniti ricambino, spingendo in particolar modo per poter convincere i nordamericani ad abolire le restrizioni sul gigante cinese delle telecomunicazioni Huawei, che l’amministrazione Trump ha inserito nella lista nera a maggio al culmine della guerra commerciale, fermando di fatto la sua capacità di acquistare chip prodotti negli Stati Uniti…
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