Il mercato azionario giapponese sta cambiando, e lo fa in maniera (in parte) non prevista. A fare il punto sull’outlook Azioni Giappone nelle ultime ore è stato Archibald Ciganer, gestore del fondo T. Rowe Price Japanese Equity, con un’interessante osservazione che vogliamo ora cercare di condividere nei suoi spunti principali.
Management societario
Tra i vari punti di “cambiamento” dell’azionario giapponese, un primo elemento non può che essere ricondotto al miglioramento dello spirito del management giapponese, spinto dagli investitori attivisti, peraltro ben “sponsorizzati” anche dal Primo Ministro Shinzo Abe, che ha dichiarato come un coinvolgimento attivo possa contribuire a creare valore per gli azionisti.
Siamo dunque dinanzi a un cambiamento culturale. La tradizione giapponese è infatti fortemente incentrata sul rispetto, e la cultura aziendale è solidamente basata sulle relazioni: un mix di elementi storici che ha spesso scoraggiato gli azionisti dall’affrontare apertamente il management delle aziende. La situazione sta però cambiando, con conseguenti impatti sulle società giapponesi.
Corporate governance
Un secondo spunto di cambiamento è dato dall’implementazione di nuovi codici di governance, che hanno variato il terreno di gioco per le società giapponesi, anche in modo significativo. Se prima infatti non vi era molto materiale in termini di guidance, ora c’è un framework chiaro che sta inducendo le aziende a concentrarsi sulla gestione delle finanze e sul miglioramento dei rendimenti per gli investitori.
Si tratta di un elemento generalmente considerato positivo e stimolante. Il miglioramento del contesto di business in Giappone – sottolinea l’analista – rappresenta infatti un circolo virtuoso, tanto che “quanto più lo scenario di investimento migliora, tanto più crescono i rendimenti potenziali per gli investitori, cosa che può attrarre maggiori flussi nel mercato”.
Spirito imprenditoriale
Lo spirito imprenditoriale giapponese negli ultimi due decenni è stato negativamente influenzato da una debole crescita e da una scarsa inflazione. Negli ultimi anni, poi, la ripresa costante dell’economia e dei mercati ha determinato una sorta di inversione delle precedenti abitudini, con la nascita di un crescente numero di start-up e business di nicchia. A cambiare è anche l’approccio culturale nei più giovani che, se un tempo ambivano a entrare in grandi società multinazionali, oggi sembrano preferire aziende più piccole e imprenditoriali.
Sebbene molto sia cambiato rispetto agli scorsi decenni, ci sono tanti settori in cui il Giappone può esercitare una funzione di leader. Si pensi a segmenti molto specializzati come l’intelligenza artificiale, l’automazione e la robotica, che hanno sperimentato una crescita straordinaria, ricevendo un’ingente quantità di investimenti, ispirando peraltro la nuova generazione di imprenditori forward-thinking, generando nuove start-up e IPO in aree più ampie del mercato come i beni voluttuari e il fintech. Ambiti in cui lo stesso governo giapponese vorrebbe infondere maggiore dinamismo, stimolando tale nuova imprenditorialità.
In sintesi, conclude l’analisi UBS, i cambiamenti che stanno avvenendo non sono semplici variazioni di breve periodo, ma sono cambiamenti significativi e irreversibili nel contesto di investimento giapponese, i cui effetti positivi si stanno già sentendo.
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