Le elezioni indiane sono iniziate l’11 aprile scorso, ma – considerata la loro lunghezza (6 settimane) e la loro complessità – i risultati arriveranno solo il 23 maggio. Il tempo utile, insomma, per poter effettuare gli scrutini, e individuare chi saranno i 543 membri del nuovo Parlamento, eletti in collegi uninominali (vince chi ha la maggioranza dei voti). A indicare il prossimo Primo Ministro sarà il partito o la coalizione che avrà la maggioranza semplice dei parlamentari (più di 271 seggi). Ma che cosa è lecito attendersi? E come investire in India in questo complicato contesto?
Cinque anni fa il BJP di Modi aveva ottenuto la maggioranza semplice del Lok Sabha, ma oggi la situazione sembra essere diversa, e le ultime proiezioni indicano che il BJP non riuscirà ad ottenere la maggioranza. Dunque, dovrà dunque cercare di formare una coalizione con alcuni partiti regionali, che potrebbero snaturare almeno in parte la propria politica.
Gli esiti delle elezioni indiane
Attualmente, i sondaggi stimano che il BJP avrà più seggi di tutti, ma senza bissare il successo del 2014 e, dunque, senza avere la maggioranza semplice dei seggi. È probabile, afferma Wontae Kim, Research Analyst di Western Asset (gruppo Legg Mason), che il BJP vincerà tra i 200 e i 230 seggi, richiedendo dunque una piccola coalizione per formare il governo. Sono dunque abbastanza alte le probabilità che Modi possa restare Primo Ministro. Se tuttavia il BJP andasse sotto le aspettative, con un numero di seggi inferiore a 200, è difficile che Modi possa proseguire il suo mandato. In questo caso il suo sostituto potrebbe essere Nitin Gadkari, l’attuale Ministro dei Trasporti.
E l’opposizione? Il maggior rivale del BJP è il Partito del Congresso, guidato da Rahul Gandhi. È difficile prevedere un suo successo, ma con una grande coalizione di partiti regionali potrebbe effettivamente sostituire il BJP alla guida della nazione. È tuttavia molto difficile che ciò avvenga, così come è molto arduo che possa verificarsi un altro scenario, come quello legato all’emergere di un piccolo partito regionale che possa portare a Premier una figura oggi sconosciuta.
La reazione dei mercati
Come abbiamo visto qualche riga fa, l’esito più probabile è la vittoria del BJP con la conferma di Modi. Considerato che si tratterebbe di un esito meno traumatico di tutti, sarebbe anche quello tendenzialmente più favorevole per i mercati. Come noto, i mercati non amano le incertezze politiche, e la rielezione di Modi e il proseguimento della sua politica di consolidamento fiscale, potrebbe dunque costituire terreno fertile per la finanza, con l’attesa che gli investitori esteri tornino a comprare i titoli di stato indiani, visto il carry attraente. Anche sul fronte Forex le novità potrebbero essere positive, con la rupia indiana che dovrebbe a sua volta beneficiare di questi flussi in ingresso.
Il secondo scenario più probabile è, come detto, quello in cui il BJP riesca a formare un governo attraverso una coalizione. Anche in questo caso i rendimenti non dovrebbero muoversi eccessivamente, perché la politica economica non dovrebbe in ogni caso deviare troppo rispetto alla direzione presa negli ultimi anni. Tutto sommato, fermo restando che anche un successo del Partito del Congresso non dovrebbe modificare radicalmente la policy economica del Paese, supportata dalla Banca centrale, l’unico scenario da temere sarebbe quello di un exploit di un piccolo partito regionale che riesca a mettere al potere un suo candidato. Anche se si tratta di uno scenario molto difficile da verificare nella realtà, ci sono alte probabilità che in questa ipotesi si verifichi un brusco sell off sia della valuta che del mercato obbligazionario indiano.
Come investire in India
L’esperto rammenta che da una mera prospettiva macroeconomica, la propria opinione è positiva sull’India, riepilogando che:
- il conto delle partite correnti dovrebbe rimanere in deficit, ma la bilancia dei pagamenti dovrebbe rimanere ben supportata;
- gli investimenti diretti esteri per circa 3 miliardi di dollari al mese, continuano ad essere solidi;
- i flussi di portafoglio esteri dovrebbero riprendersi se lo scenario elettorale più probabile finirà per verificarsi;
- la Reserve Bank of India ha accumulato una quantità significativa di riserve estere, oltre 410 miliardi di dollari, per neutralizzare shock esterni;
- allo scopo di stimolare la crescita, la RBI nel 2019 ha tagliato i principali tassi di riferimento di 50 punti base, anche in conseguenza di un’inflazione nominale rimasta nella parte inferiore della fascia fissata come obiettivo (tra il 2% e il 6%, con obiettivo di inflazione 4%)
Anche alla luce di ciò, “mentre andiamo verso la fine di questa lunga maratona elettorale, manteniamo un’esposizione sovrappesata sulle obbligazioni indiane. Nei mesi che hanno preceduto l’elezione abbiamo aggiunto duration a mano a mano che lo spread tra i titoli a 3 anni e quelli decennali si ampliava ad oltre 50 punti base”- sottolinea l’esperto, che individua valore anche nelle obbligazioni quasi sovrane a breve termine, con pick up di 80-90 punti base rispetto ai titoli di Stato indiani. Valutato comunque il rischio binario proveniente dalla tornata elettorale, è consigliabile un’attesa prima di esporsi ulteriormente al rischio di cambio e ai bond indiani.
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