L’economia giapponese sta migliorando, ma il contesto internazionale e le tensioni commerciali potrebbero influenzare il sentiment degli investitori nel corso del 2019.
Ad affermarlo è una recente nota di Ken Maeda, Head of Japanese Equities di Schroders, che ha fatto il punto sui principali punti chiave dell’analisi sul mercato azionario giapponese. Cerchiamo di riassumerli.
Contesto politico e monetario. Il governatore della Bank of Japan, Haruhiko Kuroda, ha continuato a perseguire una policy monetaria aggressiva anche dopo la sua riconferma ad aprile. L’obiettivo è evidentemente quello di uscire dalla deflazione. Un elemento di stabilità che va ad aggiungersi al fatto che il primo ministro Abe, dopo la vittoria del Partito Liberal Democratico alle elezioni di ottobre 2017, può ora proseguire il proprio mandato fino a fine 2021.
IVA. Il governo ha confermato che a ottobre 2019 l’IVA verrà condotta in aumento, accompagnandosi a una serie di eccezioni per la nuova aliquota più elevata, attenuando così gli effetti. Non è però ancora chiaro quali saranno gli impatti sull’economia, al netto di questi elementi di attenuazione. Schroders non si attende comunque dei cambiamenti sostanziali alle policy monetarie nel prossimo futuro, con la possibilità però che la BoJ stabilisca di muoversi prima di quanto necessario per evitare di far coincidere eventuali cambiamenti con l’aumento IVA.
Economia domestica. L’economia giapponese è in corso di graduale miglioramento. Il mercato del lavoro si sta sviluppando coerentemente, e il rialzo sui salari dovrebbe alimentare aspettative inflazionistiche dovrebbero aumentare il potere di prezzo delle società orientate al mercato domestico. Il miglioramento dell’economia spingerà anche gli utili aziendali al rialzo, nei prossimi due anni.
Stati Uniti. Le tensioni commerciali in essere tra Stati Uniti e Cina hanno generato grande turbolenza e incertezza internazionale. Per il momento il Giappone è riuscito a evitare che il proprio surplus commerciale potesse finire nel mirino degli USA, ma lo sbilanciamento persistente è bersaglio potenziale per l’amministrazione Trump. È inoltre possibile che gli effetti collaterali dei contrasti tra Stati Uniti e Cina possano diventare più significativi per il Giappone nei prossimi 12 mesi.
Investitori. La nota dell’esperto sottolinea infine come investitori stranieri abbiano continuato ad avere un approccio volubile all’azionario giapponese. “Nel complesso gli stranieri tendono ad essere influenzati dal momentum, vendendo nei momenti di debolezza del mercato e comprando nei periodi di forza. La conseguenza è che non si sono ancora visti gli effetti del miglioramento della visibilità sugli utili aziendali, e la recente battuta di arresto del mercato ha portato ad un ulteriore de-rating delle valutazioni – sottolinea Maeda – Nel frattempo, la Bank of Japan rimane un grande acquirente di titoli azionari attraverso gli ETF. Per quanto questo possa essere un metodo efficace per il suo programma di acquisti di asset, vi è un rischio crescente di distorsione dei prezzi di mercato. Tuttavia, per il 2019 non c’è ragione di credere che il volume di acquisti diminuisca ed è decisamente prematuro preoccuparsi per l’impatto potenziale di una riduzione negli asset posseduti dalla banca centrale”.
Dunque, Schoders ritiene che il modesto aumento dell’inflazione e dei salari comporterà maggiori costi, ma che gli utili societari stanno reagendo in modo positivo al miglioramento delle condizioni domestiche. Pertanto, anche se gli investitori dovranno probabilmente fare i conti con maggiori rischi esterni, è anche vero che alcuni dei rischi domestici si sono ridotti negli ultimi trimestri.
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