La settimana è iniziata con una ventata di ritorno di propensione al rischio sui mercati finanziari, e – tra di essi – anche su quello valutario. Probabilmente il merito di questo allentamento delle tensioni è da ricercarsi nelle dichiarazioni più accomodanti che nel corso del weekend sono arrivate dal segretario del Tesoro Mnuchin sui discussi dazi sui prodotti cinesi, e che – come molti analisti suggerivano in tempi non sospetti – aprono le porte per uno scenario meno turbolento.
Ad ogni modo, nel Forex si noti come questa maggiore propensione al rischio abbia favorito soprattutto l’euro, che si è apprezzato sul dollaro portandosi in area 1,2310. I livelli raggiunti non sono certamente straordinari, e non sono nemmeno in grado di modificare le proiezioni degli analisti, tanto che la relativa forza dell’euro è già esaurita nei confronti della sterlina, nei confronti della quale si viaggia in area 0,8710. Ne deriva dunque che la sterlina si è apprezzata contro il dollaro per il terzo giorno consecutivo, sostenuta dalle buone notizie in ottica Brexit e dall’aumento superiore alle attese dei prezzi delle abitazioni in base all’indice Halifax: un elemento macro che arricchisce di favore lo scenario di un possibile aumento dei tassi nella riunione BoE del 10 maggio.
Per quanto concerne lo yen, la valuta giapponese continua a rafforzarsi tiepidamente sul dollaro, grazie soprattutto alle dichiarazioni del Governatore Kuroda che ha ribadito che la BoJ inizierà gradualmente a valutare la strategia migliore per una normalizzazione non traumatica della politica monetaria. Lo yen ha probabilmente goduto anche del clima di avversione al rischio della scorsa settimana, giocando così il proprio ruolo di safe haven, ma nei prossimi giorni potrebbe ritracciare.
Evidenziamo inoltre che nelle scorse ore, dopo l’uscita di alcune indiscrezioni su una possibile mossa della Cina per un graduale deprezzamento dello yuan al fine di garantire la competitività dell’export, in occasione del suo intervento al Boao Forum il presidente cinese Xi ha voluto chiaramente rassicurare i mercati mandando precisi segnali di apertura alle richieste di Trump sui temi dell’aumento delle importazioni, maggior apertura agli investitori esteri in termini di controllo delle aziende cinesi e della proprietà intellettuale.
Per quanto infine concerne ciò che potrebbe accadere oggi, probabilmente le attenzioni degli analisti saranno ancora incentrate sulla guerra commerciale USA – Cina e sul suo possibile ridimensionamento. Sono inoltre attesi alcuni discorsi di alti esponenti dell’Eurosistema (tra cui Visco), anche se da essi non dovrebbero emergere particolari novità. Sul fronte dei dati da calendario macroeconomico, Francia e Italia pubblicheranno i propri dati di produzione industriale.
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