Ancora una volta, come per ogni inizio anno, è giunto il tempo di compiere riflessioni sulla sostenibilità dello sviluppo della Cina, e della convenienza (o meno) a compiere investimenti sull’economia del Paese. D’altronde, per la Cina il 2017 è stato un anno relativamente di transizione, e le promesse del governo di crescita per un’economia più efficiente e aperta, dovranno ora essere messe alla prova.

Come si è chiuso il 2017 per la Cina

Nonostante alcune criticità incontrate durante il percorso, l’economia cinese ha potuto chiudere il 2017 in modo migliore del previsto, con contenimento dei rischi finanziari, raffreddamento del mercato immobiliare e progresso per le riforme più importanti. Insomma, anche nel 2017 la Cina, seconda economia mondiale, ha dimostrato di poter essere un motore chiave per la crescita globale. Ma il suo ruolo continuerà a migliorare anche nel 2018? E in che modo?

Riforme strutturali e regole dure

Le riforme strutturali di ampia portata, progettate per poter migliorare il lato dell’offerta dell’economia, hanno prodotto risultati desiderati nel 2017 e dovrebbero iniziare nel 2018 a poter replicare in maniera ancora più convinta gli effetti più ambiti.

Nella propria lotta contro gli eccessi, la Cina ha ad esempio raggiunto il proprio target di tagliare la capacità di produzione di acciaio di circa 50 milioni di tonnellate e il carbone di almeno 150 milioni di tonnellate. Sono inoltre stati segnalati progressi anche sugli altri quattro fronti, tra cui riduzione della leva finanziaria, la riduzione del destoccaggio, la riduzione dei costi e il miglioramento dei collegamenti “deboli”.

n quello che alcuni soprannominato “l’anno più duro” per l’industria finanziaria cinese, le autorità hanno preso provvedimenti concreti per frenare la rapida espansione del mercato finanziario. Compagnie bancarie, assicurative e mobiliari hanno ricevuto pesanti multe per aver infranto le regole del mercato, e le società finanziarie legate al web, una volta in grado di prosperare grazie a profitti troppo “facili“, stanno ora attraversando un periodo più difficile a causa delle regole più ferree.

Le linee dure sono destinate a continuare, poiché è chiara l’intenzione del governo di conservare risoluta la repressione delle attività irregolari e illegali nel settore finanziario, al fine di prevenire rischi che avrebbero portata globale.

Buoni risultati sul fronte dell’inquinamento

Qualche buona notizia – sebbene tanto rimanga da fare – sembra inoltre riguardare anche il fronte dell‘inquinamento. Se una volta i cieli invernali blu sopra Pechino erano una rarità, oggi giorno lo scenario è lievemente sviluppatosi in maniera positiva grazie a una pesante campagna governativa per un maggiore uso di combustibile pulito per il riscaldamento e pene severe contro le imprese inquinanti.

Peraltro, il controllo dell’inquinamento è stato individuato come una delle tre principali battaglie che il governo cinese vuole porre in essere in questi anni, al fine di ridurre in modo significativo le emissioni dei principali inquinanti e migliorare così l’ambiente. Per vincere la battaglia, però, occorrerà concentrare ancora molti sforzi sull’adeguamento della struttura delle industrie e sul rafforzamento del risparmio energetico.

Il mercato immobiliare ancora sotto controllo

Nel 2017 il mercato immobiliare, una volta ritenuto un rischio importante per l’economia cinese, si è finalmente raffreddato grazie a una serie di provvedimenti come le restrizioni all’acquisto e l’aumento dei requisiti di acconto, quali iniziative anti-speculative.

Le autorità cinesi puntano ora a un’iniziativa di lungo termine per poter regolamentare il mercato immobiliare. In particolare, nelle città di grandi e medie dimensioni, il governo intensificherà lo sviluppo del mercato dell’affitto di abitazioni, in particolare con i leasing a lungo termine, ponendo inoltre come priorità anche la riduzione degli alloggi invenduti.

Quanto durerà l’apertura dell’economia cinese?

Il governo cinese ha promesso che nel 2018 l’economia cinese sarà ancora più “aperta” al mondo, con incremento delle importazioni e riduzione delle tariffe di importazione su alcuni prodotti per promuovere un commercio equilibrato. Il Paese sembra inoltre voler dare maggiori opportunità alle imprese straniere interessante a operare nel mercato, e concedere più poteri per poter le zone di libero commercio e per la potenziale apertura di porti di libero scambio.

Insomma, i piani cinesi sembrano essere ben ambiziosi. Tutto però lascia presagire che le basi già poste siano più solide del previsto e che dunque, ancora una volta, convenga avere fiducia nell’economia cinese.

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